Don Giuseppe Girotti
Di famiglia povera, aveva 13 anni quando era entrato nel Seminario domenicano di Chieri (Torino) e proprio a Chieri, nel 1930, era stato ordinato sacerdote. Dopo essersi specializzato a Gerusalemme, padre Girotti si dedicò all'insegnamento delle Scritture a Torino, presso quel seminario teologico. A quest'impegno unì quello della redazione di testi sui "libri sapienzali" e sui profeti ebraici, accompagnandolo con l'assistenza spirituale ai ricoverati dell'ospizio torinese dei "Poveri Vecchi". Privato dell'insegnamento, allo scoppio della Seconda guerra mondiale don Girotti si prodigò per i bisognosi e si prese particolare cura dei partigiani e degli ebrei perseguitati. Proprio per questo fu arrestato dai nazifascisti e, il 29 agosto 1944, rinchiuso alle "Nuove" di Torino. Trasferito a Milano, a "San Vittore", il padre domenicano fu infine deportato a Bolzano-Gries e di qui, il 5 ottobre 1944, trasferito in Germania, nel campo di sterminio di Dachau. Sopravvisse pochi mesi: vi morì, infatti, il giorno di Pasqua del 1945. Sulla sua vicenda, Valerio Morello ha pubblicato nel 1988 (l'anno in cui, presso la Curia di Torino, è cominciato il "processo di canonizzazione"), un libro dal titolo Morire "per i fratelli maggiori". Don Girotti è già stato insignito dell'onorificenza israeliana di "Giusto tra le nazioni".