Edoardo D'Onofrio
Figlio di un maniscalco romano, a soli 7 anni già lavorava come ragazzo di bottega, prima in un laboratorio di scultura e poi presso un fabbro. Scolaro di un vecchio socialista, si iscrisse tra i giovani del PSI e nel 1918, dopo aver amministrato il settimanale “Avanguardia”, divenne segretario dei giovani socialisti del Lazio.
Militante del PCd’I dalla sua fondazione, nel 1922 D’Onofrio fu delegato al IV Congresso dell’Internazionale comunista. Con l’ascesa del fascismo, fu arrestato e imputato nel cosiddetto “processone”. Assolto si trasferì per qualche tempo a Mosca e nel 1925, tornato in Italia, entrò a far parte della segreteria della Federazione giovanile, diresse “Avanguardia” e divenne redattore de “l’Unità” clandestina.
Arrestato nel 1926 e condannato a 12 anni e sei mesi di reclusione, passò dal carcere di Fossombrone a quelli di Parma e di Civitavecchia. Rilasciato verso la fine del 1934, D’Onofrio, trascorsi alcuni mesi nel Lazio, a Terracina, riuscì alfine ad espatriare di nuovo clandestinamente e allo scoppio della guerra di Spagna, accorse volontario nelle Brigate Internazionali.
Collaboratore di Luigi Longo e André Marty, rimase in Spagna sino alla sconfitta degli antifranchisti in Catalogna e soltanto dopo il 7 febbraio 1939 passò in Francia. Nel maggio fu incaricato di accompagnare nell’URSS un gruppo di reduci della Brigate Internazionali mutilati o ammalati; sorpreso a Mosca dallo scoppio del secondo conflitto mondiale vi organizzò le trasmissioni radiofoniche di “Italia Libera” e poi diresse il settimanale “l’Alba”, redatto per i prigionieri italiani in Russia, dopo la disastrosa ritirata delle nostre truppe.
Al suo ritorno in Italia nel 1944, D’Onofrio fu incaricato di organizzare il PCI in Sicilia e quando Roma fu liberata divenne segretario regionale del suo partito per il Lazio. Consultore nazionale, deputato comunista all’Assemblea Costituente, senatore di diritto nel primo Parlamento repubblicano, D’Onofrio è stato rieletto deputato nelle tre successive Legislature. Durante la seconda è stato vice presidente della Camera. Ha fatto anche parte del CC del PCI e del Comitato esecutivo dell’ANPI nazionale.
Dopo la scomparsa del dirigente comunista a Roma gli hanno intitolato una via.