Emilio Teruggi
Era figlio di italiani emigrati in America Latina che, prima della seconda guerra mondiale, erano tornati a Cacciana, loro paese d'origine. Proprio in questa frazione di Fontaneto d'Agogna, Teruggi, che nel 1923 aveva aderito al PcdI, contribuì all'organizzazione della Sezione del Partito comunista. Nel 1927, quando il fascismo s'era ormai consolidato al potere e i dirigenti della Sezione di Cacciana erano stati arrestati, il giovane contadino assunse la direzione della piccola organizzazione, ormai clandestina. La guidò sino al 1934, l'anno in cui finì in carcere e poi davanti al Tribunale speciale che, con sentenza del 31 maggio 1935, lo condannò a sei anni di reclusione. Tre anni dopo, scarcerato per amnistia, Teruggi riprese la lotta antifascista, coordinando l'attività clandestina del suo partito nella zona Romagnano-Borgomanero-Fontaneto d'Agogna. All'indomani della caduta di Mussolini, fu Teruggi a guidare una manifestazione popolare che si concluse con un nuovo arresto. Rilasciato in "libertà provvisoria", dopo l'8 settembre 1943 il contadino antifascista fu tra i primi organizzatori della Resistenza e della lotta partigiana nel Novarese. Dopo la Liberazione, Teruggi fu nominato sindaco di Fontaneto d'Agogna e diresse quella amministrazione comunale per oltre dieci anni.