Enzio Gemma
Gappista a Torino dal novembre del 1943 al febbraio del 1944, dal giugno ’44 alla Liberazione combatté contro i nazifascisti, col nome di battaglia di “Enzo”, nella Brigata Garibaldi “Massobrio”, una formazione partigiana di pianura operativa tra Castelceriolo, Castelferro, Sezzadio e Alessandria. I partigiani di “Enzo”, che sotto la sua guida erano diventati da poche diecine quasi trecento, liberarono il capoluogo di provincia, dopo essersi distinti in numerose azioni, tra cui particolarmente rimarchevole l’assalto ad un treno tedesco e la liberazione degli operai destinati alla deportazione. Nel dopoguerra Enzio Gemma fu, dal 1953 al 1958, segretario della Camera del Lavoro di Alessandria; fu anche assessore comunale (e in questo ruolo promosse la costruzione della piscina comunale e del Palazzetto dello Sport). Segretario della Federazione del PCI dal 1959 al 1962, Enzio Gemma fu pure consulente economico della Repubblica di San Marino. Gemma, che nella sua lunga vita ha avuto modo di conoscere i maggiori dirigenti comunisti italiani e internazionali, si è sempre impegnato, soprattutto nella difesa di quei valori per i quali aveva combattuto in gioventù. Una delle sue ultime battaglie aveva riguardato la proposta di intitolare una strada di Alessandria a Giorgio Almirante: “Da tempo una malattia – aveva scritto Enzio Gemma ai suoi concittadini – mi costringe a non partecipare alla vita pubblica ad Alessandria, ma desidero dire a tutti i partigiani ed antifascisti della città, che sono a loro vicino nella condanna di una scelta che offende i nostri morti e la lotta di quanti, partigiani e civili, hanno combattuto per la liberazione del nostro Paese e della nostra città dai fascisti e dai nazisti”. Nel 2007 l’Amministrazione di Alessandria aveva decorato Enzio Gemma del “Gagliaudo d’oro”.