Eriberto Ventura
Chiamato alle armi nel settembre del 1939, era sottufficiale di Fanteria quando, il 9 settembre del 1943 era stato catturato dai tedeschi a Pola e deportato in Germania. Due mesi dopo l’internamento, il sottufficiale riuscì ad evadere e, raggiunta l’Italia, entrò subito nella Resistenza.
Partigiano nella Brigata autonoma “Mauri”, Eriberto Ventura entrò poi a far parte come ufficiale ispettore della “Brigata Pedaggera”, divenuta leggendaria combattendo i nazifascisti nel Cuneese, tra Montezemolo, Ceva e Sale delle Langhe.
La motivazione della decorazione, assegnata nel 1984 a Ventura con decreto del Presidente Pertini, dice: “Fervente patriota, ricco di giovanile ardimento, aderiva con entusiasmo al movimento della resistenza distinguendosi ben presto per notevoli doti di coraggio ed elevate capacità di comando. Durante i duri combattimenti contro preponderanti forze nemiche nella zona di Passo della Pedaggera, alla testa di pochi volontari si portava con abile manovra a distanza ravvicinata di due mezzi corazzati avversari che ostacolavano l’azione del suo reparto e provvedeva, mediante l’impiego di mine anticarro, alla loro distruzione apportando panico e disorientamento fra le truppe attaccanti. Approfittando della momentanea situazione favorevole, incitava i suoi uomini a passare al contrattacco e dopo ore di aspra lotta costringeva l’oppressore alla fuga.”
La salma di Eriberto Ventura oggi riposa nel cimitero del suo paese di origine.