Ermete Polischi
Dopo l'impiccagione del fratello maggiore, Stenio, Ermete (che lavorava alla SASIB di Bologna) decise di prenderne il posto nella Resistenza. Entrò nella lotta armata, come militante del battaglione "Pinardi" della Brigata Garibaldi "Irma Bandiera". La sera del 7 aprile 1945, mentre con un altro partigiano partecipava (in via Saliceto, a Bologna), a un'azione per disarmare un soldato tedesco, venne ferito da una raffica di mitra, esplosa da brigatisti neri intervenuti. Ricoverato in gravi condizioni nell'ospedale militare di Quarto Inferiore, prossimo a Granarolo, il ragazzo vi morì dissanguato il giorno dopo. Una settimana più tardi, i genitori di Ermete riuscirono a sapere dov'era finito il ragazzo, ma fu loro concesso soltanto di vedere la fossa nel cimitero di Granarolo dov'era stato sepolto.