Ezio Taddei
Di famiglia borghese agiata, sin da ragazzo si era schierato con i proletari. Il suo primo arresto avvenne a Roma nel 1913, durante una manifestazione di solidarietà con gli infermieri in sciopero. Cacciato da casa, vagabondò per due anni nelle campagne e nelle città della Toscana, a Milano e a Roma; sopravvisse facendo i più diversi mestieri e avvicinandosi sentimentalmente all’anarchismo. Dopo aver preso parte alla Prima guerra mondiale, nel 1921 fu arrestato a Genova, a seguito delle dimostrazioni che vi si svolsero in solidarietà con i capi anarchici Borghi e Malatesta. Processato e condannato a 8 anni di reclusione, si vide aumentare la pena di altri 5 anni per aver capeggiato la protesta dei detenuti del carcere di Finalborgo (Savona), che rivendicavano la libertà di leggere libri e giornali. Uscito di prigione e sottoposto a libertà vigilata, fu condannato ad altri due anni per aver tentato di espatriare clandestinamente. Nel 1936 Taddei riuscì infine a rifugiarsi prima in Svizzera e poi a Parigi. Di qui raggiunse gli Stati Uniti dai quali fu espulso alla fine della Seconda guerra mondiale con l’accusa di immigrazione clandestina. Rientrato in Italia si iscrisse al PCI e si stabilì a Roma, dove collaborò con l’Unità, Vie Nuove, ed altri fogli di sinistra. Scrittore fecondo, al suo libro Il caso Tresca, uscito nel 1943 a New York, ne seguirono molti altri, per lo più di natura autobiografica. Gli ultimi due erano intitolati C’è posto per voi, Mister Brown e Michele Esposito.