Federico Vincenti
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1940, il diciottenne Federico Vincenti, dopo gli studi all’Istituto Zanon e il perfezionamento a Venezia al corso biennale per meccanici della Marina militare, è arruolato e imbarcato, sottocapo meccanico, sulla torpediniera “Sirtori”. Di base a Tripoli, la nave è utilizzata come cacciasommergibili, scorta convogli e per il soccorso dei numerosi militari italiani naufraghi nel Mediterraneo.
Nella primavera ’43 la “Sirtori” è all’àncora nel porto di Taranto, con l’equipaggio in libera uscita; Vincenti e altri commilitoni, entrando in un locale pubblico, vengono alle mani con alcuni soldati tedeschi intenzionati a cacciarli da quello che consideravano loro esclusivo luogo di ritrovo: sono arrestati per disobbedienza e insubordinazione e rilasciati in attesa di giudizio dopo qualche mese di carcere.
Dopo lo sbarco alleato nell’Italia meridionale, Federico, antitedesco nell’animo, salpa per Lissa dove entra nella marina partigiana, una flottiglia armata che navigando furtivamente tra le isole della Dalmazia aggredisce con tattiche di guerriglia imbarcazioni e presìdi tedeschi. In seguito, liberato l’arcipelago e spostata l’azione sulla terraferma, fa parte della Divisione garibaldina Italia che sotto il comando partigiano jugoslavo attacca i nazifascisti a Spalato, Sebenico, Zara. Per la sua attività Vincenti fu decorato dal Ministero della Difesa con tre Croci di guerra e un distintivo d’argento “per lunga navigazione in acque nemiche imbarcato su siluranti” e insignito dalla Repubblica Jugoslava con il Serto d’oro dell’Ordine della fratellanza e unità; venne poi nominato membro d’onore dell’Association Française d’Anciens Volontaires et Résistants Garibaldiens per il contributo alla Liberazione europea.
Rientrato in Italia alla fine del ’45, con la compagna partigiana Anna Jurinic che divenne sua moglie, Federico Vincenti si iscrisse all’ANPI, aiutando i tanti compagni che faticavano a trovare lavoro ed erano costretti all’emigrazione: per la sua opera in questo ambito ha ottenuto il diploma di benemerito dell’Associazione in Australia e la carica di Presidente onorario in Argentina. Eletto prima Segretario provinciale, fu poi ininterrottamente per quarantanove anni, dal 1964, Presidente dell’ANPI di Udine e del coordinamento regionale. Componente del Comitato nazionale e Vicepresidente dell’Associazione fino al 2010, in occasione del 25° della Liberazione dell’Europa dal nazifascismo fu capodelegazione dell’ANPI nazionale a Mosca, al fianco dei partigiani di tutto il continente e degli ufficiali ex combattenti americani, francesi e del Commonwealth.