Felice Camillo Da Villa
Di idee antifasciste, già diffidato, nel 1938, dalla polizia del regime, durante la Seconda guerra mondiale Da Villa si trovava come ufficiale medico in Jugoslavia. Nel 1942, entrato in contatto con i partigiani sloveni, si mise a curarli segretamente. Naturale, dopo l'armistizio, l'ingresso del medico nella Resistenza friulana. Chiamato dai partigiani "dottor Stalin", Da Villa fu ispettore di Brigata della Divisione "Natisone" e sovrintese all'organizzazione sanitaria. Nell'ottobre del 1944, quando i tedeschi svilupparono la grande offensiva contro la Zona libera del Friuli orientale, il "dottor Stalin" non volle abbandonare i malati e i feriti raccolti nell'ospedaletto partigiano di Gradiscutta di Faedis, investito da cosacchi bianchi e reparti d'assalto delle SS. Catturato, il dottor Da Villa, dopo essere stato brutalmente percosso, fu tradotto nelle carceri di Udine, a disposizione della polizia tedesca. Durante la reclusione, il medico continuò la sua opera a favore dei detenuti, dai quali ottenne l'affettuoso pseudonimo di "dottor Vitamina". Deportato in Germania, prima nel lager di FlossenbŒrg e poi in quello di Dachau, riuscì a sopravvivere e, per quanto minato nel fisico, tornò in Italia il 31 maggio 1945. Giunto a Udine, sua città di adozione, Da Villa continuò, per alcuni anni, la sua opera disinteressata a favore degli ex partigiani e degli ex deportati.