Ferruccio Borio
Studente universitario, era stato mobilitato durante la Seconda guerra mondiale come sottotenente di Fanteria. Dopo l'armistizio, Borio era entrato nella Resistenza col nome di battaglia di "Ferro", partigiano in una Divisione di "Giustizia e Libertà". Si era distinto nella lotta contro i nazifascisti, tanto che agli inizi del 1945 era diventato, col nome di battaglia di "Riccio", commissario della Brigata GL "N. Camporese", alla cui testa combatté sino alla Liberazione.
Nel dopoguerra Ferruccio Borio si diede al giornalismo e fu storico capocronista del quotidiano torinese La Stampa (per la quale, nel 1955, fu l'artefice - con l'allora direttore Giulio De Benedetti - della nascita della popolare rubrica di corrispondenze dei lettori "Specchio dei tempi", oggi eretta a Fondazione).
Nella sua lunga carriera di giornalista, Borio ha diretto anche Il Piccolo di Trieste, Il Lavoro di Genova e la Gazzetta del Popolo di Torino. Nel 1975 aveva pubblicato, sui problemi dell'editoria, il volume I giornali nella tempesta e nel 1980 aveva dato alle stampe un libro sui sindaci di Torino dal titolo I sindaci della Libertà.