Foscolo Montini
Dal gennaio 1942 all'aprile 1943 aveva prestato servizio nella Legione territoriale carabinieri di Roma. Al momento dell'armistizio Montini si trovava a casa; fu tra i primi a raggiungere i nuclei partigiani che si stavano organizzando nell'Aretino. Inquadrato in un distaccamento della "Garibaldi", partecipò a numerose azioni fra cui, particolarmente notevole, quella a Rotelle (una località del comune natio), dove alla testa del suo distaccamento disarmò un'intera compagnia nemica. L'8 luglio 1944, Foscolo Montini cadde in un'imboscata. Catturato con altri partigiani fu avviato verso Forlì. Mentre i prigionieri passavano per Sarsina, Montini fu riconosciuto da un ufficiale delle SS italiane che, tempo prima, il carabiniere aveva catturato e poi, generosamente, lasciato libero. Accusato dal fascista, fu prima inutilmente sottoposto a tortura perché parlasse e poi fucilato in località Casette di Calbano. Questa la motivazione della massima ricompensa al valore alla memoria di Foscolo Montini: «Valorosissimo partigiano, dopo avere compiuto gesta di leggendaria audacia cadeva nelle mani del nemico mentre con due compagni, che per il suo valore lo riconoscevano capo, si accingeva ad eseguire un rischioso colpo di mano per procurare armi alla sua formazione. Respingeva sdegnosamente ogni allettamento e sopportava con fierezza le più crudeli sevizie pur di non tradire la Causa e, dopo aver lanciato sul viso dei suoi aguzzini il massimo insulto, affrontava il plotone di esecuzione rifiutando di inginocchiarsi per ricevere nel petto il piombo che troncò la sua eroica giovinezza. Fulgido esempio delle più belle tradizioni dell'Arma dei carabinieri».