Francesco Innamorati
Militante socialista, alla fondazione del Partito comunista d'Italia vi aderì ed assunse la direzione di alcune organizzazioni democratiche dell'Umbria. In quest'attività il giovane tipografo s'impegnò senza risparmio, continuando l'iniziativa antifascista anche dopo la promulgazione delle leggi eccezionali del 1926. Arrestato nel 1927, Innamorati fu condannato a 14 anni di reclusione dal Tribunale speciale e ristretto nel carcere di Civitavecchia. Di qui il tipografo antifascista fu poi avviato al confino, prima a Ponza e successivamente a Ventotene. Qui rimase sino a che non sopravvenne un'amnistia, che ad Innamorati servì per espatriare clandestinamente in Francia, dove divenne uno degli esponenti del Fronte democratico popolare. Con l'occupazione tedesca della Francia, il fuoriuscito italiano è rinchiuso in un campo di concentramento. Vi rimane sino al 1941, quando viene estradato in Italia e di nuovo confinato a Ventotene. Con l'armistizio, Innamorati torna a Foligno e subito si dà ad organizzare le prime formazioni di resistenti della zona. Dopo pochi mesi, durante un'azione partigiana, viene schiacciato da un camion di militari tedeschi. Il suo nome viene assunto da una Brigata Garibaldi operante nella zona.