Francesco Pesce "Milo"
L'armistizio lo sorprese a Cesena dove era capitano istruttore di militari di leva. Riuscito a raggiungere Belluno il giovane ufficiale conosce Silvio Trentin, aderisce al Partito d'Azione. Entra nella Resistenza col nome di battaglia di "Milo" ed è chiamato a far parte dell'esecutivo militare del CLN provinciale.
Nell'aprile del 1944, catturato dai fascisti, il giovane ufficiale è rinchiuso nelle carceri di Belluno; ne uscirà il 15 giugno grazie a un colpo di mano dei partigiani garibaldini comandati da "Carlo" (Mariano Mandolesi), che lo libereranno con altri settanta detenuti politici.
Nominato capo di stato maggiore della Divisione Garibaldi "Nannetti", dopo i grandi rastrellamenti tedeschi ne diventa il comandante. Per i suoi meriti di Partigiano combattente fu insignito della Medaglia d’Argento al V.M. e della “Bronze Star” dal comando alleato.
Dopo la guerra di Liberazione, nel 1947, venne d'autorità destituito dalla sua attività di ufficiale dell'Esercito italiano e messo in congedo permanente (in riserva con i gradi prima di maggiore e poi di tenente-colonnello) questo perché iscritto al PCI.
Entrò a far parte della Commissione per il riconoscimento delle qualifiche partigiane per il Triveneto e nella segreteria nazionale dello SFI-CGIL, come responsabile della stampa e direttore de “La tribuna dei ferrovieri”. Poi dal 1967 entrò a far parte della segreteria nazionale dello SPI-CGIL come responsabile della stampa e come direttore del mensile “Il pensionato d’italia”. questo fino alla sua morte avvenuta a Roma il 25/9/89.
Fu sempre iscritto all’ANPI e membro del Consiglio Nazionale dell’Associazione, cui dedicò molti interventi con i giovani studenti e comizi nelle ricorrenze tradizionali della Resistenza.