Franco Balbis
Era figlio di due insegnanti (la madre, la professoressa Ermelinda Garrone, quando seppe che il suo figliolo era stato condannato a morte, a chi le suggeriva di inoltrare domanda di grazia rispose che per un ufficiale non era decoroso). Franco Balbis, dopo il Liceo, concluso dai Salesiani di Alassio, era entrato nell'Esercito come sottotenente in SPE. Durante la Seconda guerra mondiale aveva combattuto in Africa, ritornandone con una Medaglia di bronzo e la Croce di ferro di 1a classe.
Monarchico, subito dopo l'armistizio, aveva scelto da che parte stare e si era messo a disposizione del Comando militare regionale piemontese del CLN. Nel febbraio del 1944 - ucciso dai fascisti, nel centro di Torino, il maggiore Pizzetti - Balbis chiese di occuparne il posto, considerato tra i più pericolosi. A "Francis" (questo il nome di battaglia del giovane capitano), furono affidate funzioni di controspionaggio e di collegamento, che assolse brillantemente.
Fu arrestato, con il generale Perotti e altri membri del CMRP, durante una riunione clandestina nel Duomo di Torino. A "Francis" i fascisti offrirono di passare, con un avanzamento di grado, nello Stato maggiore dell'esercito repubblichino. Rispose: "Preferisco il muro". Al presidente del tribunale, che gli domandava perché non avesse accettato, disse: "Ho sempre camminato sulla via dell'onore".
Prima di essere fucilato al Poligono del Martinetto con gli altri sette patrioti condannati a morte con lui, "Francis" chiese di poter firmare la propria cassa, perché suo padre non faticasse a trovarla. A Franco Balbis, a Torino, è intitolato l'Istituto professionale statale per fotografi e disegnatori pubblicitari.