Franco Cesana
Aveva cominciato a frequentare le scuole all'Orfanotrofio israelitico di Torino ed aveva proseguito gli studi in quello di Roma, finché la madre ed altri famigliari dovettero rifugiarsi nell'Appennino Modenese per sfuggire alle persecuzioni razziali. All'inizio del 1944, Franco ed il fratello Lelio si presentarono al comando di una formazione garibaldina del Modenese, che aveva la sua base a Maroncello di Gombola, chiedendo di poter dare il loro contributo alla lotta di liberazione.
Per Franco non fu facile vincere le esitazioni del comandante "Marcello" e far superare le difficoltà frapposte a causa della sua giovanissima età, ma infine riuscì a farsi accettare tra i garibaldini. Per sei mesi, nonostante gli fossero stati affidati compiti di fureria, partecipò, dando prova di grande coraggio, anche alle azioni più rischiose. Appariva sempre sereno, ma non nascondeva quanto gli pesasse la lontananza dalla mamma. Proprio nel giorno in cui si sarebbe conclusa drammaticamente la sua breve vita, Franco chiese ed ottenne di andare a riabbracciare la madre. Sembrava una giornata tranquilla e Franco partì di buon'ora, per poter rientrare nella formazione la sera stessa. Quando il ragazzo ritornò a Pescarola, trovò i suoi compagni impegnati in un violento combattimento contro i tedeschi che avevano sperato di sorprenderli. Tentò di partecipare allo scontro, ma fu subito abbattuto da una raffica di mitra.