Gaetano Verdelli
Iscritto giovanissimo al PCd'I, al quale era passato dal Partito socialista, diresse i comunisti bolognesi nei quartieri Costa e Saragozza della sua città. Nel 1928 Verdelli fu arrestato mentre si trovava a Ferrara. Condannato a 5 anni di carcere dal Tribunale speciale e amnistiato nel 1932, riprese l'attività politica clandestina, affiancato dalla moglie Bruna Amadori.
Nella loro casa di Bologna e nel negozio che gestivano a Viserbella, presso Rimini, i Verdelli ospitarono ricercati dalla polizia, prepararono pubblicazioni antifasciste, organizzarono riunioni che, dopo l'armistizio, avrebbero portato alla costituzione della XXVIII Brigata Garibaldi "Gordini".
Nel maggio del 1944 Gaetano Verdelli (nomi di copertura Mario e Nando), fu incaricato dal suo partito di dirigere la Federazione comunista di Ravenna. Trasferitosi a Villa San Martino di Lugo di Romagna, affiancò Arrigo Boldrini nel lavoro di organizzazione delle formazioni combattenti, tanto che dopo la Liberazione gli fu riconosciuto il grado partigiano di maggiore.