Giovanni Palmieri
Conseguita la maturità al Liceo "Galvani" di Bologna, si era iscritto alla Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università. Era al 5° anno quando fu chiamato alle armi e, nel 1941, avviato alla Scuola centrale di alpinismo di Aosta. Vi si ammalò e, dopo una lunga degenza, fu mandato in congedo. Nell'aprile del 1944, dopo essersi presentato al neo costituito CUMER (Comando unificato militare Emilia Romagna), lo studente fu assegnato alla 36a Brigata Garibaldi, operante sulle colline tosco-romagnole tra Casoni di Romagna e il monte La Fine, perché organizzasse il servizio sanitario. Palmieri ("Gianni" il suo nome di battaglia), non solo assolse brillantemente all'incarico ricevuto, ma in occasione degli scontri sostenuti dalla sua formazione fu sempre a fianco dei suoi partigiani. Così fu anche quando le SS tedesche, guidate da informatori fascisti, il 27 settembre 1944 attaccarono in forze i partigiani della 36a. In quello scontro - come ebbero ad accertare le unità americane, che ventiquattro ore dopo la fine dei combattimenti occuparono la posizione di Ca' Guzzo - restarono sul terreno 140 soldati tedeschi, 24 partigiani e quattro civili che non erano riusciti a sottrarsi alla furia delle SS. Come ricorda la motivazione della massima ricompensa al valore militare alla memoria, Giovanni Palmieri, "... durante tre giorni di aspri combattimenti contro soverchianti forze tedesche, si prodigò incessantemente ed amorevolmente a curare i feriti e quando il proprio reparto riuscì a sganciarsi dall'accerchiamento nemico, non volle abbandonare il suo posto e, quale apostolo di conforto, conscio della fine che l'attendeva, restò presso i feriti affidati alle sue cure... ". Catturato dai nazifascisti, Palmieri fu, infatti, tenuto in vita affinché curasse i soldati tedeschi feriti; ma le SS lo fucilarono quando dovettero lasciare la posizione. Dopo la Liberazione, l'Università di Bologna ha conferito a Giovanni Palmieri la laurea "ad honorem" in medicina e chirurgia.