Giovanni "Pinin" Balbo
Lo chiamavano affettuosamente Pinin quando faceva il capitano di lungo corso. Hanno continuato a chiamarlo così quando divenne esattore delle imposte e Pinin rimase durante la Resistenza, combattendo a fianco del figlio Piero, comandante della II Divisione Langhe. Giovanni Balbo non era più giovane, ma seppe mettere a frutto la sua esperienza nell'organizzazione delle formazioni partigiane; ciononostante non rimase mai da parte quando si trattava di affrontare direttamente il nemico. In una di queste azioni, nel gennaio del 1944, Pinin fu fatto prigioniero.
Liberato grazie ad un cambio effettuato tra partigiani e prigionieri tedeschi (i nazifascisti non sapevano che proprio a quel "vecchio" avevano devastato la casa a Cossano Belbo), tornò alla sua responsabilità di capo di stato maggiore della II Langhe. Nel dicembre del 1944 Pinin fu di nuovo gravemente ferito in uno scontro. Fu curato e, ancora convalescente, si ripresentò al suo posto di direzione. Meno di tre mesi dopo cadeva in combattimento.