Giuseppe Boretti
La partecipazione, nel 1931, ad una manifestazione di solidarietà con il maestro Arturo Toscanini, svillaneggiato dai fascisti, e il conseguente arresto, segnò l'inizio dell'impegno antifascista di Giuseppe Boretti, che si sarebbe concluso tragicamente otto anni dopo sul fronte dell'Ebro.
Rilasciato dopo la manifestazione, Boretti aderì subito al Partito comunista clandestino e, nello stesso anno, organizzò con Rodolfo Morandi (allora già passato dal movimento "Giustizia e Libertà" al Partito socialista), un centro unitario per la diffusione del foglio clandestino Unità antifascista. L'anno dopo Boretti, arrestato con Giorgio Amendola, finisce di nuovo in cella. Prosciolto,à riprende l'attività clandestina, stabilendo collegamenti col movimento "neoguelfo" dell'Università Cattolica di Milano. In questi frangenti viene di nuovo arrestato e condannato a cinque anni di confino. Ma a Ponza rimane soltanto sino al 1936, quando è chiamato per il servizio militare e assegnato ad una compagnia di disciplina. Il tempo di organizzarsi e tentare la fuga, ma il tentativo fallisce. L'anno dopo la fuga riesce, a bordo di un vecchio peschereccio col quale Giuseppe Boretti raggiunge dall'Isola d'Elba, prima la Corsica e poi la Francia. Volontario in Spagna nelle Brigate Internazionali,à cadde combattendo al comando di una compagnia di antifranchisti.