Glorio Della Vecchia
Cresciuto in una famiglia di artigiani benestanti, aveva interrotto gli studi all'Istituto magistrale per arruolarsi nei carabinieri. Finito il corso era stato destinato a Bolzano e aveva frequentato la scuola per sciatori ad Asiago. Anche per questo, nel giugno del 1940, Della Vecchia era stato mandato sul fronte alpino occidentale. Finite le operazioni di guerra contro la Francia, il giovane carabiniere, promosso vice brigadiere, partecipò alla campagna d'Albania. Rientrato in Italia, nell'agosto del 1943 fu assegnato alla Stazione di Montegiorgio. Vi restò sino all'armistizio poi, disgustato all'idea di dover collaborare con i nazifascisti, si diede alla macchia. Era il 21 settembre del 1943. Della Vecchia si aggregò ad una formazione partigiana, assunse, con il soprannome di "tenente Salvati" il comando di una squadra di patrioti e si distinse per azioni temerarie di sabotaggio e di attacco al nemico nella zona della Morichella e della Torraccia di San Ginesio. All'inizio del marzo 1944, Della Vecchia fu ferito ad una gamba durante uno scontro. Rimase sui monti, ma le sue condizioni andavano via via aggravandosi. Un frate francescano suo amico lo convinse, alfine, a farsi curare a Roma. Soltanto parzialmente ristabilito, Glorio tornò tra i suoi compagni tra i monti Sibillini, riprese la lotta e provò anche, peraltro senza molto successo, a convincere - sulla spinta del CLN di Macerata - i partigiani operanti nella zona della necessità di un maggiore coordinamento delle varie formazioni. Proprio l'assenza di coordinamento rese più facile un rastrellamento condotto da un gruppo di una trentina di SS italiane. I militi, armatissimi, comparvero improvvisamente intorno a San Ginesio. Il "tenente Salvati" riuscì a raggruppare intorno a sé una mezza dozzina di uomini malamente armati e impegnò per alcune ore il nemico. Esaurite le munizioni, caddero nelle mani dei fascisti Della Vecchia, Giovanni Fornari e Guido Pacioni. Furono torturati perché indicassero i luoghi dove si trovavano i partigiani della zona. Ma i tre non parlarono e i militi delle SS, prima di rinunciare a portare avanti il rastrellamento, li fucilarono a ridosso della rimessa delle locali autolinee. Nel 1998, alla memoria di Glorio Della Vecchia, è stata dedicata la nuova Stazione dei carabinieri di San Severino Marche.