Igino Borin
Socialista dal 1915, Borin passò nel 1923 al Partito comunista e fu eletto deputato nelle elezioni del 1924. Dopo il 1926 era già confinato a Favignana e nel 1928, nel "processone" intentato contro i comunisti, fu condannato dal Tribunale speciale a 17 anni di reclusione. Liberato per amnistia nel 1937, il dirigente dei portuali veneziani fu confinato a Ponza e a Ventotene sino alla caduta del fascismo.
Dopo l'8 settembre 1943 militò nella Resistenza veneta, battendosi nella Prima Brigata "Gramsci", che era collegata alla Brigata Garibaldi di Padova. Durante l'occupazione tedesca, i partigiani di Borin controllavano la zona dalla periferia di Strà a Chioggia e, dall'altro lato, da Strà a Fiesso d'Artico, a Lughetto e Lona.
Nel primo dopoguerra Igino Borin presiedette la Compagnia lavoratori portuali di Venezia.