Ismaele Sabatini
Con altri due compagni di lavoro antifascisti (Ferrer Francini e Primo Stoppioni), dopo l'armistizio fu incaricato di occuparsi della costruzione della base partigiana di Valdellachiara, nella vallata del Bidente. Concluso il suo lavoro, continuò a collaborare con la Resistenza, tanto che il Comando dell'VIII Brigata Garibaldi, nel marzo del 1944, lo incaricò di raggiungere Firenze per svolgervi una delicata missione. Fermato dai fascisti e identificato come ebreo, il muratore fu consegnato ai tedeschi, che ne decisero la deportazione. Durante il viaggio verso il campo di sterminio, Sabatini lanciò dal treno un suo documento, che un anonimo riuscì a far pervenire, il 9 marzo 1944, ai genitori del muratore. Di Ismaele Sabatini i familiari non seppero più nulla, tranne (a guerra finita), che era morto a Gusen, sottocampo di Mauthausen.