Libera Laura Lucca
Figlia di artigiani di tradizioni socialiste, durante la guerra era sfollata in provincia di Torino, a Castelnuovo Nigra. Dopo l'8 settembre 1943 entrò subito in contatto con le prime formazioni partigiane che si erano formate nel Canavese e prese ad occuparsi degli approvvigionamenti e dell'assistenza ai partigiani feriti e alle loro famiglie. Per una delazione la ragazza finì per essere arrestata dai fascisti, che la incarcerarono ad Aosta, salvo rilasciarla quando non poterono trovare prove a suo carico. Tornata in libertà, la modista, che era conosciuta nella Resistenza come "Liberina", riprese i contatti con i partigiani e, inquadrata nella 3a Brigata "Giorgio Davito" della Divisione "Matteotti", fu incaricata del Servizio informazioni. Durante le operazioni per la presa di Torino, quando già i combattimenti erano cessati, "Liberina" raggiunse l'albergo Canelli di via San Dalmazzo, dove aveva sede uno dei comandi della "Matteotti". Consegnato un dispaccio della sua Brigata, la staffetta si affrettò a uscire per recapitare un secondo messaggio a un altro comando della "Matteotti". Si era appena affacciata alla porta dell'albergo, quando "Liberina" fu fulminata da un colpo di fucile (che la raggiunse alla testa), sparato da uno degli ultimi cecchini fascisti.
c.e.