Lucilla Muratti Massone
Figlia di un aristocratico patriota e cospiratore triestino che aveva partecipato alle campagne garibaldine, Lucilla aveva sposato il generale Massone. Dopo l'8 settembre 1943 si rese utile nell'ospedale civile di Udine e alla stazione ferroviaria, assistendo i soldati italiani che venivano deportati in Germania. Prese quindi contatto con il locale CLN ed entrò nelle Brigate Osoppo, con il nome di copertura di "Giustina". Incaricata del servizio di controspionaggio, si prodigò soprattutto nell'allestimento di ospedali da campo con Cecilia Deganutti ("Rita"), che sarebbe poi stata uccisa nella Risiera di San Sabba. La Muratti, nel febbraio del 1945, mentre stava organizzando a Trieste i contatti con la Resistenza, fu arrestata e rinchiusa nel carcere del Coroneo. Vi restò dieci giorni e quando fu rilasciata, ritornò a Udine. Il 23 aprile 1945 si arruolò nella Brigata "Miglioranza". Dopo la Liberazione fu attivissima monarchica e si prodigò molto nella campagna referendaria del 1946. Delusa, la marchesa Massone si dedicò quindi allo studio della storia della monarchia. Nel 1957 pubblicò il volume Maria Adelaide, Regina di Sardegna e i suoi tempi.