Luigi Capriolo
Comunista sin dalla fondazione del partito in Italia, il giovane operaio non smise mai la sua attività di antifascista. Nel 1927, portato per questo davanti al Tribunale speciale, fu condannato a sette anni e sei mesi di reclusione. Scontò la pena e riprese la lotta contro la dittatura, finendo di nuovo davanti ai giudici fascisti che, nel 1934, lo condannarono ad altri sette anni di prigione. Scarcerato, Capriolo fu, nel marzo del 1943, tra gli organizzatori, a Torino, degli scioperi che preludevano alla caduta del fascismo. Nei giorni che precedettero il 25 luglio, Capriolo si diede alla riorganizzazione del Partito comunista, svolgendo nella clandestinità una convinta azione per l'unificazione di tutte le forze democratiche, in preparazione della lotta che si sarebbe poi combattuta contro i tedeschi. Il giorno dell'armistizio, l'operaio tornitore fece così parte della delegazione del Comitato del Fronte Nazionale, che trattò con il generale Enrico Adami Rossi, comandante della difesa territoriale di Torino, per indurlo a consegnare le armi al popolo, perché potesse difendere la città dai nazisti. Il generale, che nei 45 giorni del governo Badoglio aveva fatto sparare a più riprese contro gli operai torinesi, non solo respinse la proposta, ma due giorni dopo si consegnò ai tedeschi per passare poi al servizio della repubblica di Salò (dopo la Liberazione, Adami Rossi, processato dalla Corte d'Assise di Firenze, fu condannato, per collaborazionismo, alla fucilazione alla schiena, alla degradazione e alla confisca dei beni, ma fu salvato dalla Cassazione, che lo fece scarcerare e lo reintegrò anche nel grado, permettendogli di morire libero all'età di 83 anni NdR). Fallito il tentativo con il generale, Luigi Capriolo divenne subito organizzatore delle bande partigiane. Fu, di volta in volta, con il nome di copertura di Sulis, ufficiale di collegamento tra le formazioni della Valle di Susa e quelle della Valle di Lanzo, ispettore del Comando delle Brigate Garibaldi nella zona di Cuneo, commissario politico della Divisione Garibaldi delle Langhe. Arrestato nel corso di una missione, Capriolo riuscì ad evadere. Caduto di nuovo nelle mani dei tedeschi, l'operaio fu torturato dalle SS, che poi lo impiccarono a Villafranca d'Asti. Al nome di Luigi Capriolo è intitolata una via nel popolare Borgo San Paolo di Torino. Anche a Parma una strada è stata dedicata al tornitore torinese; incrocia con via Rudolf Jacobs, un ufficiale della marina militare germanica caduto combattendo contro i nazifascisti.