Luigi Pierantoni
Tisiologo, membro del Partito d'Azione clandestino, il dottor Pierantoni (tenente della Croce Rossa Italiana), usava la sua casa-ambulatorio in piazza Leandro, nel quartiere Trieste a Roma, come base per l'attività politica. Il padre, Amedeo, era stato, nel 1921, tra i fondatori del Partito comunista d'Italia e nella casa dei Pierantoni si incontravano, così, resistenti azionisti e comunisti. Anche la moglie del medico, Lea, era a fianco del marito nella lotta contro gli occupanti tedeschi e i fascisti che li sostenevano. La giovane donna, impavida, nonostante fosse in attesa di un quarto figlio, trasportava armi e stampa clandestina, occultandola nel doppio fondo del passeggino del terzo figlio, Paolo. Il 7 febbraio 1944 il tenente Pierantoni fu arrestato, per delazione, mentre era in servizio nel presidio romano della CRI a Tor Fiorenza. Portato in una cella di via Tasso, superati gli abituali, pesanti interrogatori, fu trasferito nel III braccio del carcere di Regina Coeli, dove improvvisò una infermeria e si prodigò nell'attività di medico a favore dei detenuti. Stava appunto praticando un'iniezione a un malato, quando fu interrotto bruscamente da due agenti della "feld polizei" e trascinato, senza spiegazioni, alle Fosse Ardeatine. Luigi Pierantoni fu una delle prime vittime dell'atroce rappresaglia, tanto che quando le salme furono, nel dopoguerra, recuperate, a quella del medico antifascista, riportata tra le ultime in superficie, fu assegnato il numero 334. Quando si costituì l'associazione dei familiari dei martiri (ANFIM), proprio il padre di Pierantoni fu chiamato a presiederla. A Luigi Pierantoni è stata intitolata una via di Roma; portano il suo nome anche la caserma della CRI di Roma e l'ospedale di Forlì, che sorge in frazione Vecchiazzano. In una aiuola posta lungo un viale interno dell'ospedale, una colonna alta 2 metri riporta un'epigrafe sul medico e patriota antifascista. Anche sulla casa dove Pierantoni abitava a Roma, lapidi ricordano il medico e Raffaele Zicconi, altro martire delle Fosse Ardeatine. Le due lapidi sono state deturpate dai nostalgici del fascismo nella notte tra sabato 13 e domenica 14 settembre 2008. Tra le scritte: "Onore alla RSI" e "Compagni merde". Già l'anno prima, le lapidi che ricordano il sacrificio di Luigi Pierantoni e Raffaele Zicconi erano state ignobilmente deturpate.