Marcello Garosi
Chiamato alle armi, aveva frequentato a Pola il Corso allievi ufficiali. Destinato in Sicilia al 13° Reggimento bersaglieri, dopo aver subito un grave intervento chirurgico al ginocchio era stato riformato. All'annuncio dell'armistizio, Garosi, che si trovava in Versilia, entrò (col nome di copertura di "Tito"), nel CLN di Viareggio e divenne poi comandante della Brigata "Aldo Mulargia". "Fin dall'8 settembre 1943 - come ricorda la motivazione della massima decorazione al valor militare, che è trascritta su una lapide posta in località Pizzo Acuto di Forno, che fu epicentro di una strage compiuta dai nazifascisti - raccolse ed organizzò un gruppo di patrioti, che presto diventò falange e con i quali dominò le Apuane da Monte Prano alla Conca di Vinca. In seguito all'attacco concentrico da parte di un migliaio di guardie repubblicane, X flottiglia ed SS. tedesche, appoggiate da due semoventi, riusciva a rompere l'accerchiamento dopo avere fatto saltare un tratto di monte ed avere sepolto tre camion carichi di nemici. Ritornato sul terreno della lotta, cercava più volte di liberare il grosso della propria formazione che si trovava accerchiato, finché in un ultimo assalto, spintosi fin dentro le linee avversarie, rimaneva gravemente ferito. Continuava con mirabile freddezza di animo a sparare con il mitragliatore fino all'ultima cartuccia, preferendo infine togliersi la vita piuttosto che cadere vivo in mano al nemico". Dopo la morte di Marcello Garosi, una formazione di partigiani GL assunse il suo nome, che è ricordato anche nelle vie che gli sono state intitolate in molte località, tra cui Roma, Prato e Marina di Massa.