Marijan Krajacic
Durante gli anni tra le due guerre, essendo comunista, fu costretto a lasciare l'Italia. Tutta la sua vita fu un continuo passare da un Paese all'altro. Si era stabilito in Cecoslovacchia, ma dopo numerosi arresti per la sua attività politica era stato espulso. Dopo aver lavorato a Monaco e a Lipsia, aveva dovuto lasciare la Germania all'avvento di Hitler. Un breve periodo in Francia, seguito da un soggiorno in Grecia e quindi dalla residenza in Jugoslavia. Qui rimase, curando pubblicazioni del Partito comunista jugoslavo, sino alla guerra di Spagna, dove accorse volontario nelle Brigate Internazionali. Caduta la Repubblica democratica spagnola Krajacic riuscì a tornare in Jugoslavia, dove fu tra i dirigenti della lotta contro il nazifascismo. Arrestato nel 1940, durante una riunione del Comitato centrale del Partito comunista della Croazia alla quale partecipava, passò per due anni da un campo di concentramento all'altro finché, verso la fine del 1942, cadde in mano dei tedeschi. Rinchiuso in una cella insieme con altri quindici patrioti, Krajacic vi fu lasciato morire di fame.