Mario Cappelli
Faceva il lucidatore di mobili quando, nel novembre del 1943, lasciò il suo lavoro per entrare nella Resistenza romagnola. Operativo in un primo tempo nel Pesarese, rientrò a Rimini per entrare a far parte dei GAP della "Gastone Sozzi". I tedeschi giunsero a lui e a due suoi compagni di lotta, Adelio Pagliarani e Luigi Nicolò, sorprendendoli nel loro rifugio nel centro storico di Rimini, dopo aver selvaggiamente seviziato un altro gappista riminese. Processati da un tribunale germanico, Cappelli e gli altri due furono condannati alla pena capitale; condotti nella centrale Piazza Giulio Cesare, Cappelli e i suoi compagni vi furono subito impiccati. Ricordati da allora come i "Tre Martiri", quella piazza di Rimini dove si è compiuto il loro sacrificio, ha preso, dopo la Liberazione, questo nome. Anche una strada di Rimini è intitolata a Mario Cappelli.