Mario Filippini
All'8 settembre 1943 il Sergente Maggiore Mario Filippini era di stanza in Grecia e con l'armistizio entrò a far parte dell'ELAS (Esercito popolare di liberazione greco) fino al 30 ottobre 1944. Nel giugno 1944 rimase ferito in un combattimento. Al rientro in patria è stato insignito della Croce al merito di guerra in seguito ad attività partigiana e gli è stata riconosciuta la qualifica di partigiano combattente all'estero. Promosso Maresciallo Ordinario per Merito di Guerra – Arma Artiglieria con la seguente motivazione:
"A capo di un gruppo di 50 partigiani con mirabile energia ed indomito valore, riusciva in una zona costiera ad ostacolare l'avanzata di un distaccamento di una Divisione alpina tedesca tenendolo impegnato per 4 giorni in violenti combattimenti.
Ferito in più parti del corpo ed incurante di se stesso, per non essere sopraffatto dal nemico rinforzato da rincalzi sopraggiunti, disponeva la ritirata dei suoi uomini e, riuscito a mettere in efficienza un'imbarcazione a motore caricava i feriti mettendoli in salvo.
Rimasto volontariamente a terra per non togliere un posto ai compagni, viveva per un'intera settimana alla macchia, privo di viveri e con ferite in putrefazione, braccato continuamente dall'avversario.
Catturato in seguito a delazione sopportava per oltre due mesi il martirio di un campo di concentramento da cui riusciva audacemente ad evadere per tornare fra i suoi compagni d'armi e continuare fino alla fine la lotta senza quartiere contro i tedeschi.
Fulgido esempio del valore e della generosità italiana".
Grecia. 6, 7, 8 e 9 giugno 1944.