Mario Montanari
Dopo essersi laureato in Lettere nel 1939 a Bologna, aveva cominciato ad insegnare a Ravenna presso quel Liceo scientifico. Presidente dell'Azione Cattolica presso il Ricreatorio arcivescovile di Ravenna, nell'agosto del 1943 fu tra i fondatori del Movimento cristiano-sociale la cui attività, in fieri, riprese con il ritorno dalla Jugoslavia, dove era militare, di Benigno Zaccagnini. Ma Montanari sentiva l'urgenza della lotta antifascista e non solo aveva aderito al Partito d'Azione, ma dal febbraio 1944, aveva fatto della sua casa la sede della locale Sezione azionista. Designato dal PdA, era entrato a far parte del Comitato militare provinciale, che dirigeva la lotta armata contro i nazifascisti. Il professore non volle mai risparmiarsi e spesso trascurava le cautele che la situazione imponeva, tanto che, il 17 agosto del 1944, i fascisti si recarono a casa sua per arrestarlo. Riuscito fortunosamente a sfuggire alla cattura, fu arrestato pochi giorni dopo sulla strada per Alfonsine, che stava percorrendo per raggiungere Bologna, dove il PdA aveva deciso di impegnarlo. Torturato a sangue, Mario Montanari fu portato in automobile alle carceri di via Port'Aurea. All'alba del 25 agosto fu uno dei dodici dirigenti della Resistenza ravennate messi a morte in prossimità del Ponte degli Allocchi. Montanari fu falciato da una raffica di mitra sparata da un brigatista nero, mentre tentava una fuga disperata. Al suo nome sono intitolate, a Ravenna, una strada e una Scuola media statale.