Mario Morbiducci
L'8 settembre 1943, Morbiducci si trovava in Val Varaita come sottotenente di complemento della Guardia alla Frontiera. Reagì allo sbandamento seguito all'armistizio organizzando con altri ufficiali e soldati la raccolta delle armi abbandonate nella zona e che sarebbero potute tornare utili. Servirono, infatti, qualche mese dopo quando, conosciuto Pompeo Colajanni, questi lo mise in contatto con le nascenti formazioni garibaldine e lo fece entrare nel Comando di Valle. Nei combattimenti avvenuti nella zona sul finire del marzo del 1944 Morbiducci ebbe modo di distinguersi, tanto che nel maggio dello stesso anno gli fu affidato il comando della 15ª Brigata Garibaldi "Saluzzo". Quando, alcuni mesi dopo, tutte le Brigate garibaldine del Cuneese furono unite nella XI Divisione Garibaldi, il giovane fu nominato vice comandate di Divisione, con l'incarico di riorganizzare le formazioni. Fu appunto durante un trasferimento per partecipare ad una riunione di comandanti garibaldini che Morbiducci, che era in compagnia di Francesco Bigatti, cadde in un agguato tesogli da elementi della Brigata nera "Aldo Resega". Morbiducci si difese strenuamente, ma dovette soccombere. Il suo nome fu poi assunto dalla 181ª Brigata Garibaldi.