Mario Nardi
Ultimogenito dei cinque figli di un notaio, dopo aver seguito il Liceo a Torino era entrato all'Accademia militare. L'8 settembre 1943 si trovava a Roma come capitano d'artiglieria. Dopo lo sfacelo seguito all'armistizio, il giovane ufficiale si portò nel Modenese e prese parte alla Resistenza nelle file di "Giustizia e Libertà". La sua esperienza militare fu messa a buon frutto soprattutto nella primavera del 1944, quando i partigiani che si battevano sull'Appennino modenese-reggiano, dopo aver eliminato tutti i presidi fascisti della zona, diedero vita alla "Repubblica di Montefiorino". Nardi, che era diventato capo di stato maggiore della Divisione "Modena", comandata dal comunista Mario Ricci, fu uno dei principali artefici della riorganizzazione delle forze della Resistenza dopo la caduta della repubblica partigiana. Di queste vicende e di un episodio particolarmente cruento di cui fu protagonista (caduto in mano ai tedeschi durante un'azione, sopravvisse, ferito, alla fucilazione), Nardi ha raccontato nel libro Otto mesi di guerriglia. Dopo la Liberazione Mario Nardi ha continuato la carriera militare, diventando generale di Corpo d'armata, con incarichi a Vicenza, Roma, Napoli, Bruxelles, Washington.