Mario Pannunzio
La famiglia della madre apparteneva alla aristocrazia nera della città; il padre era un avvocato abruzzese, militante comunista. Nel 1932 Mario Pannunzio fondò la rivista Oggi, che dovette chiudere dopo pochi numeri per ragioni politiche. Collaborò quindi con Leo Longanesi alla redazione del primo rotocalco italiano, Omnibus, presto soppresso dalla censura fascista. La stessa sorte ebbero altri due settimanali: Tutto e Oggi, diretti insieme ad Arrigo Benedetti. Dopo l'armistizio dell'8 settembre del '43, Pannunzio (che viveva a Roma), nel periodo clandestino partecipò alla Resistenza e insieme ad altri amici fondò il Partito Liberale; nel dicembre 1943 fu anche arrestato e imprigionato a Regina Coeli per alcuni mesi, sfuggendo per caso alla strage delle Fosse Ardeatine. La politica, sia pure espressa con la parola scritta, rimase per Pannunzio l'impegno preminente. Dopo la Liberazione diresse il Risorgimento Liberale, fino alla sua uscita dal PLI dopo la sconfitta nelle elezioni del 18 aprile 1948, che Pannunzio attribuiva alla sudditanza dei liberali alle organizzazioni padronali e all'abbandono della tradizione risorgimentale. Nel febbraio del 1949 fondò il Mondo, che s'impose come uno dei giornali più innovativi nel panorama italiano. Nel dicembre del 1955 fu tra i fondatori del Partito radicale, dal quale Mario Pannunzio si dimise nel 1963. In molte città italiane sono state intitolate strade all'illustre intellettuale. Portano il suo nome anche un Centro culturale (fondato a Torino nel 1968 da Mario Soldati), un "Fondo" acquistato nel 1998 dalla Camera dei deputati, prestigiosi Premi letterari. Nel quarantennale della scomparsa di Mario Pannunzio, il Comune di Lucca ha fatto collocare nell'Emeroteca del Centro culturale Agorà, una targa che dice: "La Città di Lucca/ ricorda Mario Pannunzio/ maestro di giornalismo/ e di Libertà".