Michele Giua
Iscritto al Partito socialista dal 1906, Michele Giua si era laureato in Chimica all'Università di Roma nel 1911 e si era trasferito a Berlino per perfezionare i suoi studi. Ottenuta la cattedra di Chimica all'Università di Sassari, era poi passato al Politecnico di Torino. Qui nel 1929 si collegò a "Giustizia e Libertà", divenendo uno degli animatori del gruppo torinese. Quando, nel 1933, il regime fascista impose a tutti i docenti universitari il "giuramento di fedeltà", Michele Giua rifiutò di sottomettersi e lasciò l'insegnamento proseguendo (col figlio Renzo, che sarebbe poi caduto nel 1938, a soli 24 anni, in Spagna, combattendo nelle Brigate Internazionali contro i franchisti), l'attività clandestina antifascista. Nel 1936, per delazione dello scrittore Pitigrilli (al secolo la spia dell'OVRA Dino Segre), il professore finì (con Vittorio Foa, Massimo Mila e altri antifascisti), davanti al Tribunale speciale, che lo condannò a 15 anni di carcere. Durante la detenzione, Giua, che rifiutò sempre di chiedere indulgenza al regime, proseguì, con quali difficoltà è immaginabile, nel suo lavoro di scienziato. Liberato nell'agosto del 1943, dopo dieci anni di detenzione, nel settembre dello stesso anno dovette darsi alla macchia per sfuggire alla caccia della Gestapo. Raggiunti i partigiani sulle montagne piemontesi, il non più giovane professore riprese l'attività clandestina nel Partito Socialista di Unità Proletaria. Dopo la Liberazione. gli fu affidato l'incarico di presiedere la Commissione provinciale torinese di epurazione. Consultore nazionale, deputato alla Costituente, consigliere comunale di Torino del 1951 al 1956 e consigliere provinciale dal 1956 al 1960, Michele Giua (che fu anche senatore di diritto), si ritirò dalla politica attiva, dedicando i suoi ultimi anni ai prediletti studi di chimica, tema sul quale ha lasciato, oltre a una decina di volumi di cui è stato autore, oltre cento opere da lui curate. Nel 1945 ha pubblicato anche Ricordi di un detenuto politico 1935-1943 presso l'editore Chiantore. Nel 1968, l'Istituto tecnico industriale statale di Cagliari è stato intitolato all'illustre studioso antifascista.