Natalina Vacchi
Nata in una famiglia di braccianti antifascisti aveva frequentato le scuole sino alla sesta classe elementare. Un breve periodo di lavoro come sarta e poi l'assunzione, come operaia, alla "Callegari" di Ravenna. Iscritta al Partito comunista clandestino nel 1942, Natalina Vacchi è alla testa delle azioni di protesta contro la guerra fascista e la politica di Mussolini che sono organizzate nella fabbrica di costruzioni nautiche. L'8 settembre 1943, è lei che evita l'arresto di Arrigo Boldrini, che ha appena tenuto un comizio volante di fronte alla Questura e sta per essere catturato. Natalina carica "Bulow" sulla sua bicicletta e lo porta in salvo in un rifugio sicuro.
Nella Resistenza ravennate la giovane donna svolgerà un ruolo importante come staffetta e come responsabile dei servizi sanitari della brigata partigiana "Terzo Lori". Quando, il 18 agosto del '44, il gappista Umberto Ricci, imbattutosi casualmente per strada nel repubblichino Leonida Bedeschi (noto come "Cattiveria") e lo uccide, Natalina Vacchi ignora gli inviti alla prudenza. Come tutti gli altri giorni, va a lavorare alla "Callegari". È arrestata dai fascisti il mattino del 25 con altri undici membri della Resistenza.
A lei è riservato un trattamento particolare: è impiccata, senza alcun processo, sul Ponte degli Allocchi. I repubblichini, come monito alla popolazione, lasceranno, per alcuni giorni il corpo di Natalina appeso al ponte.