Raffaele Zicconi "Lino"
Nasce a Sommatino (CL) il 13 agosto 1911 da Lorenzo e Anna Olla. Di professione impiegato alle poste, risiede da anni a Roma, dove nel 1941 ha sposato Ester Aragona, nata nel 1916 a Cosenza, nipote dello scienziato Alfonso Splendore, che nel 1908 aveva scoperto la toxoplasmosi all’università di Rio de Janeiro.
Ha un figlio, Renzo, di appena due anni, e un’altra figlia in arrivo (Simonetta), ma non farà in tempo a saperlo finendo ucciso dai tedeschi. “Lino” è un fervido attivista e appartenente al Partito d’Azione: consegna giornali e opuscoli clandestini, nasconde armi e aiuta come può gli ebrei nel periodo della loro persecuzione. Viene arrestato dalle SS il 7 febbraio 1944, tradito da un compagno di partito dal sedicenne nome “Albertini”. Mentre preparava un atto di sabotaggio in casa, è rinvenuto l’esplosivo necessario per l’azione.
Portato a via Tasso, sede del comando nazista, e insieme prigione e luogo di tortura, diretto da Herbert Kappler, Lino viene martoriato e rinchiuso in cella d’isolamento, ma non rivela i nomi dei compagni. Il 24 febbraio, dopo diciassette terribili giorni di prigionia e di torture («mi hanno ormai collaudato come incassatore di primo ordine anzi fuori classe», ironizza lui stesso), è trasferito a Regina Coeli, nel terzo braccio, gestito direttamente dalle SS.
Il 24 marzo 1944, il giorno dopo l’azione dei Gap a Via Rasella, per rappresaglia le SS assassinano barbaramente 335 detenuti politici ed ebrei alle Fosse Ardeatine, prelevandoli da via Tasso e da Regina Coeli. Lino è uno di loro. Le sue spoglie dimorano nel sacello 328 del Mausoleo eretto sul luogo dell’eccidio. È stato riconosciuto partigiano combattente Caduto. La copia del documento venne ritirata personalmente dalla moglie nel novembre 1946.