Salvatore Pelligra
Nel 1912 era uscito, come sottotenente, dall'Accademia d'artiglieria e genio di Torino. Durante la guerra 1915-18 fu promosso capitano e nel 1940 era a Civitavecchia come comandante della Scuola centrale di artiglieria. Nominato generale di brigata nel 1942, nel 1943 comandava l'artiglieria dell'VIII Corpo d'armata. Sorpreso dall'armistizio a Spalato, il generale Pelligra rifiutò ogni compromesso con i tedeschi, che lo fucilarono, subito dopo averlo catturato, con il generale Alfonso Cigala Fulgosi e altre decine di ufficiali italiani. La motivazione della MOVM alla memoria del generale Pelligra recita: "In un momento di generale smarrimento spirituale, reagiva con fierezza all'ordine impartitogli di cedere le sue artiglierie. Rifiutando sdegnosamente l'invito di porsi in salvo imbarcandosi per l'Italia, manteneva inalterata fede alle leggi dell'onor militare, rimanendo tra i suoi artiglieri con i quali affrontava sereno la situazione, pur avendo chiara visione dell'immancabile tragedia che incombeva sui forti votati al sacrificio. Organizzata la resistenza, l'alimentava con indomito ardore insensibile ai massacranti bombardamenti aerei, e benché tutto ormai crollasse inesorabilmente avanti a lui, la protraeva con eroica tenacia per lungo tempo infliggendo al nemico serie perdite. Sommerso da preponderanti forze nemiche, si sottraeva con cosciente determinazione ad ogni possibilità di salvezza per non abbandonare i gloriosi superstiti e, con supremo sprezzo della vita, affrontava il plotone di esecuzione attendendo la raffica mortale nella severa posizione di saluto militare, teso alla Patria lontana alla quale tutto aveva dato per l'onore e il prestigio dell'Esercito. Combattente della grande guerra, più volte decorato, cadde come visse, fedele al suo giuramento di soldato, luminoso esempio, ai più, di preclare virtù militari". Al generale Pelligra sono intitolate vie di Palermo e di Comiso.