Virginia Tonelli
La vita di quest'eroica partigiana (nella Resistenza era conosciuta come Luisa), è stata tutta un susseguirsi di sacrifici e d'impegno ideale. Orfana di padre, per aiutare la madre a sostentare altri sei fratelli aveva cominciato, a soli undici anni, a lavorare da sarta. Era poi diventata infermiera ed alternava il lavoro di cucito a quello dell'assistenza domiciliare. Per poter meglio aiutare la famiglia con uno stipendio fisso, si era quindi trasferita a Venezia e per quattro anni aveva fatto la vigilatrice all'ospedale infantile del Lido. Aveva intanto maturato una chiara coscienza politica che l'aveva portata, nel 1930, a militare nell'organizzazione comunista clandestina.
Nel 1933 Virginia Tonelli aveva dovuto emigrare in Francia e nel 1937 aveva sposato Pietro Zampollo, un militante comunista che aveva combattuto nelle Brigate internazionali in Spagna. Sino al 1943 la casa di Virginia, a Tolone, sarebbe stata un sicuro punto di riferimento per gli esuli italiani, i perseguitati dalla polizia, i dirigenti del PCI e, in particolare, per gli antifascisti che, numerosi, vi arrivavano dal Friuli. All'inizio di quell'anno, d'accordo con la Direzione del PCI e per preparare la lotta di liberazione in Italia che si prevedeva imminente, Virginia ritornò a Castelnuovo.
Già nel giugno del 1943, con il fascismo ancora al potere, "Luisa" riuscì ad organizzare in Friuli manifestazioni antifasciste di donne contro il regime e la guerra e, a poco a poco, il suo ruolo divenne essenziale per lo sviluppo e l'organizzazione, dopo l'armistizio, della lotta di liberazione in Friuli e in tutto il Veneto. "Luisa" s'impegnava senza tregua: organizzava riunioni clandestine, si preoccupava della stesura e della diffusione di materiale di propaganda, raccoglieva fondi e materiali per sostenere le formazioni partigiane, si recava spesso a Milano per mantenere i contatti con il comando del CLN Alta Italia.
Per mesi e mesi "Luisa" fu infaticabile; ma all'alba del 19 settembre del 1944, mentre con Wilma Tominez Padovan - altra coraggiosa militante comunista, che l'aveva ospitata per la notte - stava trasportando, da Udine a Trieste, documenti e stampa clandestina delle Brigate Garibaldi, fu arrestata. Rinchiusa nelle carceri del Coroneo, per dieci giorni "Luisa" fu torturata senza che dalla sua bocca uscisse una sola informazione utile ai fascisti; i suoi aguzzini, esasperati, la portarono allora alla Risiera di San Sabba e lì la arsero viva. Del corpo Di Virginia Tonelli non fu poi trovata la minima traccia. L'8 aprile del 1971, alla memoria dell'eroica donna fu conferita la massima onorificenza militare.