Vittorio Vidali
Di famiglia operaia si diplomò in ragioneria e, nel maggio del 1917, entrò a far parte della Gioventù socialista. Nel 1921, con il Congresso di Livorno e la nascita del PCd'I, divenne membro della Federazione giovanile comunista e dell'Esecutivo del Partito comunista a Trieste. Sulla vita di combattente rivoluzionario di Vidali, sulla sua attività giornalistica e di saggista, una ricchissima documentazione è stata raccolta (per decisione di Enrico Berlinguer, allora segretario del PCI), alla Fondazione "Istituto Gramsci". Libri e documenti ordinati da Laura Weiss testimoniano dell'impegno di Vidali a partire dal 1921, (quando fu arrestato la prima volta, per aver partecipato all'occupazione del cantiere San Marco), della sua permanenza da clandestino in Austria, in Cecoslovacchia e in Germania, del suo rientro in Italia, del suo ferimento per mano dei fascisti ad Alessandria, del suo passaggio ad Algeri. Nei documenti si può apprendere della espulsione di Vidali dagli Stati Uniti (vi era approdato col nome di copertura di "Enea Sormenti"), dove si era impegnato per salvare Sacco e Vanzetti, del suo passaggio in Messico dove sarebbe tornato nel 1927 (dopo un periodo in Unione Sovietica dove sarebbe diventato "Carlos J. Contreras"). In Messico Vidali avrebbe incontrato Tina Modotti che, sino al 1942, sarebbe stata la sua compagna; sempre in Messico fu prosciolto da ogni responsabilità per l'eliminazione di Leone Trotzky. Troppo lungo sarebbe ricordare tutti i trasferimenti di questo "rivoluzionario professionale", ma un accenno almeno occorre fare al ruolo di primo piano avuto da "Carlos Contreras" nella guerra in difesa della Repubblica democratica spagnola. Fu "Contreras", infatti, che con Enrique Castro Delgado, creò il "Quinto Reggimento", al quale si dovette la difesa di Madrid dagli attacchi franchisti, sino a che l'eroica formazione non confluì nelle forze militari regolari. Fu lui che fondò e diresse il quotidiano per i combattenti Milizia Popular; fu sempre lui che (ferito in un bombardamento aereo), restò al suo posto di combattimento sino all'estrema difesa della Catalogna nel febbraio del 1939. Passato in Francia dopo la vittoria dei franchisti, Vidali (sconsigliato dal tornare nella Russia di Stalin), tornò a New York e di qui a Città del Messico, dove riprese un'intensa attività politica e giornalistica (redigeva, per il quotidiano El Popular, una vivace e documentata rubrica intitolata "La settimana nel mondo"). Superando le difficoltà frapposte dalle autorità militari americane al suo rimpatrio, Vidali poté tornare a Trieste soltanto il 20 aprile 1947, trovandovi una situazione esplosiva tra Italia e Jugoslavia, che si risolse soltanto nell'ottobre del 1954 con la spartizione del "Territorio Libero di Trieste". Col passaggio della città sotto la sovranità italiana, Vidali fu nominato segretario di quella Federazione autonoma del PCI. Già eletto consigliere comunale, nel 1958 il dirigente comunista divenne deputato e nel 1963 senatore della Repubblica, incarico istituzionale che ricoprì sino al 1968. Vice presidente della Associazione dei combattenti antifascisti di Spagna e presidente del Circolo "Che Guevara", da lui fondato a Trieste, Vidali ha dedicato i suoi ultimi anni a una importante produzione di libri in gran parte autobiografici, stampati dagli Editori Riuniti, da Vangelista editore e da La Pietra. Nel luglio del 2008, ignoti hanno deturpato la lapide di Vittorio Vidali nel Cimitero partigiano di Muggia.