"Con i giovani e la Costituzione per rinnovarci continuamente"
È passato il 4 dicembre. L'ANPI, che fino all'ultimo ha sostenuto la propria posizione limitandosi al merito della riforma, si trova ancora una volta vincitrice di un referendum come nel 2006.
Ma gli ultimi mesi di intensissima attività, gli attacchi subiti, la caparbietà di non farsi trascinare nell'inciviltà di certa propaganda, lo scoprirsi punto di riferimento per tantissime persone, anche oltre quel che già immaginavamo, hanno cambiato l'Associazione? Hanno cambiato i progetti per il futuro?
A Firenze si è riunito il Comitato provinciale, allargato per l'occasione a tutti i presidenti di sezione del territorio e con la presenza del vicepresidente nazionale Luciano Guerzoni.
I temi e le domande sono questi.
Dopo l'introduzione di Ubaldo Nannucci, il presidente provinciale, è proprio Guerzoni a cominciare.
«Si è chiusa questa lunga vicenda referendaria, con una netta vittoria del No. Noi eravamo in campo per questo, per fermare la cosiddetta "riforma". Anche perché, va ricordato, che la Costituzione non prevede "riforme" di sé stessa ma "revisioni", che è un'importante indicazione di cautela. Come ANPI abbiamo fatto iniziative referendarie in oltre 5000 comuni, abbiamo incontrato tante persone che ci hanno regalato una risposta generosa, anche da persone non iscritte, anche da chi ci conosceva per la prima volta. Abbiamo fatto buona esperienza del modo di lavorare, abbiamo imparato a tutti i livelli cose nuove, siamo cresciuti: l'ANPI è più conosciuta ed ha aumentato il proprio prestigio presso chi già la conosceva.
Attenzione: naturalmente ci sono stati errori, da cui dobbiamo imparare. E ci sono state provocazioni a cui dobbiamo sempre sapere come reagire. Adesso il risultato è arrivato.
Possiamo valutare le reazioni, possiamo dare una lettura dell'evoluzione politica, ma non è compito nostro andare oltre. Noi siamo l'ANPI, abbiamo l'ambizione di continuare la missione dei partigiani, di quelli che hanno rifondato la libertà e la democrazia in questo paese. Gli schieramenti partitici non debbono pretendere di più da noi. Essere in campo per la democrazia è già un impegno grande. Siamo un patrimonio per la democrazia. Da adesso come facciamo vivere questo patrimonio per la democrazia?
Innanzitutto cone le nostre iniziative di sempre. Per prima la memoria attiva. A breve presenteremo i risultati di una ricerca sull'antifascismo nel mezzogiornoe abbiamo rinnovato in questi mesi il lavoro di un gruppo di storici sulla questione dei confini orientali. La Camera dei Deputati ha votato proprio in questi giorni la mozione sulle stragi '43-'45. L'armadio della vergogna, i processi mancati: si tratta della sorte di 23.000 italiani vittime dei nazisti e dei fascisti, ma anche di governi della Repubblica che hanno impedito giustizia e verità. E la scuola, lì dobbiamo far vivere la memoria. È scaduta la nostra convenzione con il MIUR, stiamo operando per rinnovarla. Certamente seguiremo i temi del lavoro, con questa legge di iniziativa popolare e se il referendum proposto dalla CGIL verrà confermato ci pronunceremo. Ci sarà da decidere come muoversi. Sarà quindi il movimento sindacale a guidare la partita.»
Subito dopo il presidente Ubaldo Nannucci dà una propria lettura dei fatti degli ultimi mesi aderendo alle parole di Guerzoni e poi lancia un grande tema: «L'ANPI ha titolo di occuparsi anche di altri problemi attuali, oltre a quelli del lavoro? Penso in particolare al tema delicato e importante dell'immigrazione. Discutendo liberamente, senza precostituite soluzioni.
Non per essere parte partitica, ma soprattutto per coltivare nei cittadini il gusto della partecipazione, per il formarsi di opinioni informate e per l'arricchimento culturale di tutti.
E sono tantissimi altri i temi: il sistema fiscale di questo paese o le condizioni delle carceri, tanto per indicarne alcuni.»
A questo punto si apre il dibattito, i temi si allargano e si approfondiscono.
Si parte dalla scuola, si chiede al MIUR di agire contro il negazionismo e l'antistoricità: inserire un contrasto verso queste involuzioni culturali nelle indicazioni dei programmi scolastici permetterebbe agli insegnanti di avere strumenti efficaci da offrire agli studenti.
Più di un intervento torna sul tema aperto da Nannucci, di cosa si deve occupare l'ANPI?
Ci sono temi di cui l'Associazione è bene che non si occupi?
Non mancano opinioni sulla risposta che è stata data dalla politica al risultato referendario. Una rilettura delle vicende politiche degli ultimi mesi, le dimissioni del Presidente del Consiglio, il nuovo governo: si prova a tratteggiare un'analisi del voto e delle sue conseguenze.
Vania Bagni, del Comitato Nazionale ANPI e vicepresidente provinciale, rivendica l'operato dell'ANPI. Lo descrive come esempio per il futuro, nella caparbietà di stare nel merito e come questo faccia dell'ANPI quel che è; e cioè un'associazione che fa politica, pur facendola in maniera del tutto scollegata alla logica con cui viene fatta dai partiti. Un fatto che ci viene riconosciuto dalle organizzazioni che ci sono state vicine, in special modo da quelle giovanili, come le associazioni studentesche.
Sono vicinanze preziose, da coltivare tramite iniziative pensate assieme, tramite anche eventi formativi. Esaurito il nostro compito in ambito referendario è questa la strada da seguire.
Si parla poi di un altro tema che è emerso a più riprese durante gli ultimi mesi, ovvero il dissenso interno sulla scelta per il No che ha fatto l'Associazione.
Ci sono voci che chiedono di analizzare il dissenso talora irresponsabile di alcuni. Parla anche un compagno che ha sostenuto il Sì al referendum rivendicando la propria scelta, rivendicando di non aver fatto campagna per il Sì con i simboli dell'ANPI e richiamandosi ai valori di base che formano le fondamenta dell'Associazione.
La discussione prosegue: la rigenerazione della politica, il contrasto alle organizzazioni neofasciste, il rapporto con le altre associazioni e non manca il caloroso intervento di Silvano Sarti, il partigiano "Pillo", presidente onorario dell'ANPI di Firenze.
Le conclusioni sono di Guerzoni che, in una riunione che alla fine durerà oltre tre ore, offre delle risposte alle questioni più importanti.
«Di che cosa si deve occupare l'ANPI?
L'ANPI può occuparsi di tutto. Il problema non è di cosa ci si occupa, ma di come ci se ne occupa: per noi il parametro è la Costituzione. È da lì che sempre partiamo”.
Prendiamo ad esempio la legge elettorale che deve essere cambiata.
L'ANPI si deve preoccupare che la legge che viene fuori dia corpo alle parole della Costituzione: rappresentatività e libertà. I collegi, le coalizioni ed altro ancora spettano ai partiti, al Parlamento. Noi, una volta definita il nuovo sistema elettorale, daremo un giudizio sulla base del rispetto dei principi costituzionali in materia.
Dobbiamo interessarci di immigrazione, di pace e di tutti i grandi temi purché il nostro sguardo stia al livello della Costituzione, dei suoi principi e dei suoi valori.
E poi il rinnovamento: gli iscritti più giovani.
Cerchiamo di coltivare questi rapporti, perché è vero: i giovani non vengono alle riunioni, ma quando c'è da fare ci sono. E vogliono fare, vogliono responsabilità, vogliono essere protagonisti. Cerchiamo di renderli tali.
La politica ha sempre avuto in ogni fase di cambiamento un segmento sottile di nuove generazioni che s'acculturava, che si appassionava e poi via via predeva in mano la fase successiva.
La vicenda democratica è fatta di cose molto concrete. Dobbiamo coinvolgerli e con essi rinnovarci. Continuamente. Lasciatemi concludere giudicando ricca ed anche vivace la discussione di stasera. L'ANPI anche così si presenta pluralista tanto che anche qui sono emerse le mille e mille sfumature con le quali si è votato NO. Di ognuna dobbiamo tener conto».
di Giovanni Baldini