Mario Pirricchi
Il suo impegno antifascista cominciò quando, ancora ragazzino, era entrato in contatto con l'organizzazione comunista clandestina di Firenze. Pirricchi, che nel 1934 si era iscritto al PCdI, fu arrestato una prima volta nel 1936 e due anni dopo tornò di nuovo in carcere. Deferito al Tribunale speciale, il 27 aprile 1939 fu condannato a sei anni di reclusione. Liberato dal carcere di Castelfranco Emilia nel luglio del 1942, il panettiere fiorentino riprese subito il suo impegno politico e, dopo l'armistizio del 1943, partecipò alla Guerra di liberazione come commissario politico di un battaglione delle Squadre di Azione Patriottica di Firenze. Pirricchi fu, in seguito, responsabile dell'attività del PCI d'Oltrarno e, nel settembre del 1944, segretario del Sindacato panettieri di Firenze. All'inizio del 1945, arruolatosi nel Gruppo di combattimento "Legnano", partecipò come volontario ai combattimenti degli Alleati per la liberazione dell'Italia del Nord. Dopo la Liberazione, Pirricchi, tornato a Firenze nell'estate del 1945, fu segretario della Sezione comunista di Legnaia e, nel dicembre 1946, si impegnò nella ricostruzione della Sezione del Pignone, di cui divenne segretario. Candidato alle prime elezioni amministrative di Firenze, Pirricchi è stato anche dirigente dell'ANPI nazionale, e, sino ai suoi ultimi giorni, segretario provinciale e regionale della stessa associazione, presidente regionale dell'ANPPIA e membro delle Commissioni di controllo, federali e regionali, del PCI.