Mario Cavallari
Dopo la laurea in Giurisprudenza, che aveva conseguito a Bologna, divenne consigliere comunale del PSI a Portomaggiore e nel 1913 fu eletto deputato socialista alla Camera. Interventista e volontario nella Prima guerra mondiale, Cavallari, che già si era dimostrato valente penalista in precedenti processi in difesa dei braccianti, assunse durante il conflitto la difesa di un gruppo di soldati dinnanzi al Tribunale militare. Anche nel 1921 difese gli antifascisti imputati per i fatti del Castello Estense di Ferrara.
Perseguitato dagli squadristi che gli distrussero anche lo studio, durante il regime l’avvocato si appartò dalla vita pubblica, ma mantenne i contatti con gli antifascisti in Italia e all’estero e, all’indomani della caduta di Mussolini, fu lui a tenere un primo comizio ai ferraresi che, dopo l’armistizio, gli costò l’arresto e la detenzione nonostante le sue malferme condizioni di salute.
Sopravvissuto all’occupazione nazifascista e rientrato a Ferrara dopo la Liberazione, Cavallari fu nominato presidente del CLN ferrarese in rappresentanza del PSI. Candidato alla Camera nel 1948 per il Fronte democratico popolare, l’avvocato non fu eletto e si astenne poi da ogni diretta attività politica, anche se s’impegnò per i socialisti in campo economico.