Marino Zanella
Zanella ha dedicato tutta la vita alla lotta per la libertà. Militante comunista, durante il fascismo dovette lasciare il Veneto ed emigrare in Belgio per trovarsi un qualche lavoro. Vi rimase sino al 1936, quando accorse in Spagna in difesa della repubblica democratica. Arruolato nelle Brigate internazionali, fu presto nominato comandante di un battaglione garibaldino. Alla caduta della Repubblica passò in Francia, dove fu internato insieme a tanti altri sfortunati combattenti della guerra di Spagna.
Zanella rimase in campo di raccolta sino al 1941 quando, nel marzo, la polizia francese lo consegnò a quella italiana, che a sua volta lo assegnò al confino per cinque anni. Liberato dopo il crollo del fascismo, Zanella, nell'agosto del 1943, ritornò a Segusino e si diede subito da fare per ricostituire l'organizzazione comunista nel Trevigiano.
All'armistizio fu tra i primi e più attivi organizzatori della lotta partigiana nella provincia, guidando per l'intero 1944 le formazioni di montagna. Nel gennaio del 1945 il valoroso comandante partigiano fu catturato dai fascisti della Brigata nera e della Decima MAS. Processato e condannato a morte, fu abbattuto, pochi giorni dopo la sentenza, nel cimitero di Pieve di Soligo.