Don Giovanni Minzoni
Nato a Ravenna nel 1885 da famiglia della media borghesia, studia in seminario. Ordinato sacerdote, destinato alla sede di Argenta (Ferrara) entra in consonanza solidale con la povertà diffusa del bracciantato agricolo. Cappellano militare volontario nella prima guerra mondiale, decorato di medaglia d'argento.
Attivo promotore di opere caritatevoli, dà vita a circoli sociali per l'acculturamento delle classi umili e ai primi nuclei del sindacalismo cattolico nella Bassa ferrarese. Si oppone alle violenze delle squadre fasciste sostenute dai proprietari terrieri retrivi, capeggiate da Italo Balbo, ostili alle più elementari rivendicazioni salariali dei lavoratori agricoli. Nel 1923 i fascisti di Balbo uccidono ad Argenta il sindacalista socialista Natale Galba; don Minzoni condanna la violenza squadristica attirandosi ripetute minacce rifiutando ogni collaborazione col fascismo dilagante.
La sera del 23 agosto del '23, nei pressi della canonica, viene aggredito e ucciso a manganellate da alcuni squadristi facenti capo a Balbo che, travolto dallo scandalo e dal vasto moto di indignazione, deve dimettersi da console della Milizia. Tra i diversi saggi sul martirio del sacerdote vedasi Diario di Don Minzoni, a cura del prof. L. Bedeschi, editrice Morcelliana, Brescia, 1965.