Il referendum divide Anpi e Confederazione combattentistiche
Sul referendum non c'è accordo tra l'Anpi e la Confederazione Italiana fra le Associazioni Combattentistiche e Partigiane (raggruppa le 21 Associazioni di Combattenti, Decorati al Valor Militare, Congiunti dei Caduti, Mutilati ed Invalidi di Guerra Militari e Civili, Protagonisti della Guerra di Liberazione e della Resistenza, Reduci dalla Deportazione, dall'Internamento e dalla Prigionia).
La Confederazione ha infatti diffuso un comunicato in cui sostiene che "la specificità delle questioni poste sia propria di un'altra sfera di attività rispetto a quelle delle Associazioni Combattentistiche e Partigiane, che hanno invece come proprio compito quello di tramandare la memoria di una grande vicenda necessariamente "plurale" come fu la lotta per la Libertà". Concludendo che "è oggi di fondamentale importanza che sia garantito il più ampio dibattito tra le ragioni degli uni e degli altri, lasciando alla libera e serena coscienza di ciascuno la scelta di cosa votare".
Posizione che non trova d'accordo l'Anpi sia nel metodo che nella sostanza. "L'ANPI - si legge nella nota della Segreteria Nazionale diffusa oggi - nel non condividere il comunicato del 26 maggio della Confederazione italiana tra le associazioni combattentistiche e partigiane, precisa di aver anche esposto la sua contrarietà allo stesso in sede di esame della bozza. Non essendoci, dunque, un “avviso comune“ l'ANPI si dissocia, avendo già adottato - nel pieno rispetto delle finalità del suo Statuto ed in piena autonomia - la decisione di impegnarsi nella campagna referendaria per il No alla riforma del Senato e per le modifiche alla legge elettorale di cui agli specifici quesiti. Resta ovvia la libertà di pensiero e di voto per chi non concorda con quella decisione, confermata peraltro anche dal Congresso Nazionale".