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Il saluto dell'ANPI di Torino a Maria Grazia Sestero

Ciao Maria Grazia!

"Porto alla famiglia di Maria Grazia il saluto e il cordoglio, la vicinanza, dell’Anpi Provinciale di Torino e
dell’Anpi regionale.
È qui con noi il vicepresidente nazionale dell’Anpi, Carlo Ghezzi - Maria Grazia era Presidente onoraria
nazionale - che poi rivolgerà un saluto alla Famiglia e a tutti noi.
Sono state già dette molte cose sulla vita straordinaria di Maria Grazia Sestero.
C’è un aspetto del suo impegno che voglio sottolineare: la sua costante lotta a fianco delle donne lungo il
cammino dei diritti nella Società del 900.
Maria Grazia aveva sostenuto con l’Anpi provinciale il progetto di Daniele Segre - al quale rivolgiamo un affettuoso saluto ovunque lui sia – il FILM DOCUMENTARIO “Nome di battaglia Donna”.
Erano state intervistate le partigiane Marisa Ombra, Carla Dappiano, Gisella Giambone, Enrica Core detta Fasulin, Maria Airaudo che è ancora con noi ed altre ancora…
Il film era incentrato sui Gruppi di Difesa della Donna per l’Assistenza ai combattenti della Libertà, la partecipazione della donna alla lotta di Liberazione, l’impegno della popolazione civile e femminile nella lotta contro il nazifascismo.
Per questa ragione nel 2016 la Regione Piemonte è stata insignita della medaglia d’oro al valore civile e il
Presidente Mattarella l’ha apposta con le sue mani sul gonfalone della Regione a Palazzo Lascaris, sede del
Consiglio regionale.
L’impegno delle donne era nelle corde di Maria Grazia perché era stato quello il nerbo delle donne comuniste
nel dopoguerra: attente ai problemi specifici delle donne e dell’infanzia, si occuparono dei bambini rimasti
orfani, degli illegittimi, dei temi della convivenza pacifica, dei problemi della discriminazione salariale a danno delle lavoratrici e della battaglia sulle pensioni alle casalinghe.
Maria Grazia non era una femminista in senso lato, ma si sentiva, era “figlia di quella storia”.
La battaglia delle donne per assumere ruoli di responsabilità nelle commissioni femminili, provinciali,
regionali, nazionali e il raggiungimento dei vertici della piramide dell’organizzazione del Partito.
Maria Grazia è stata protagonista, assieme a tante altre donne, con il suo impegno di quella che può essere
considerata la più grande rivoluzione del 900, la battaglia delle donne per la loro piena affermazione sociale.
Ho riletto ieri alcune parti del bel libro pubblicato dalla Fondazione Gramsci e curato da Piera Egidi Bouchard,
“Il cuore della Memoria”, storie di donne del PC.
Ricordavo la presenza di una intervista a Maria Grazia.
Lei diceva: “Nelle riunioni di Partito parlavi se avevi studiato e se avevi qualcosa da dire, altrimenti non
parlavi. Il dirigente che apriva o chiudeva la discussione lo stavi a sentire perché diceva qualcosa che non sapevi ancora o che ti faceva riflettere, non si sproloquiava come succede oggi. Quindi la militanza nel Partito era un grande impegno di studio, a qualsiasi livello, non c‘era segretario di sezione che non svolgesse il suo ruolo formandosi, studiando, ed io credo che sia stata una crescita per tutti – diceva Maria Grazia – questo grande sforzo collettivo di riflessione politica. Anche se questo era più faticoso per una donna: per esempio una figlia di quattro anni seduta in un angolo a disegnare durante le riunioni nella sede gialla e azzurra della
Federazione”.
Per questo Maria Grazia è stata straordinaria negli incarichi che ha svolto, per questa scuola di partito e di
vita. Insegnante prima e preside poi, assessore provinciale all’istruzione, perseguendo quello che è stato forse
il merito più grande della sinistra italiana, permettere, attraverso l’istruzione, anche ai figli dei più poveri di studiare e di diventare classe dirigente del Paese.
Il Consiglio regionale, il Parlamento, nelle file del Partito della Rifondazione Comunista, partito al quale aveva
aderito dopo lo scioglimento del Partito comunista italiano.
Continuava ad essere orgogliosamente e tenacemente legata a quei principi di uguaglianza, di fratellanza di solidarietà che erano stati elementi fondamentali di quel Partito i cui uomini e le cui donne avevano partecipato alla lotta di liberazione permettendo con il loro sacrificio di restituire al nostro Paese libertà e democrazia.
Maria Grazia Sestero è stata una donna forte, determinata, concreta. Doti che applicava nell'impegno pubblico, come ad esempio, il ruolo di assessore ai trasporti che preparò la città di Torino a quell'evento straordinario che furono le Olimpiadi del 2006 che trasformarono la città di Torino facendola diventare una città europea da visitare e da amare.
E poi l'impegno nell'Anpi provinciale di Torino, affrontato con il consueto carisma ….
Non un luogo per non annoiarsi e nel quale impegnare il tempo dell'età matura, ma un luogo nel quale
continuare l'impegno civile e politico, onorando la Memoria dei partigiani e delle partigiane e continuando la
loro battaglia per un mondo diverso e migliore.
Maria Grazia è stata una donna dotata di straordinaria ironia.
Nel nostro ultimo incontro a casa sua, durante la malattia, abbiamo parlato di politica, dell'attuale Governo
così lontano da noi e dai nostri ideali, dell'Anpi, del 25 Aprile prossimo e dell'Ottantesimo, delle iniziative che
stiamo portando avanti.
Abbiamo anche riso e scherzato nonostante la malattia che lei ha affrontato con il solito coraggio.
Aveva ancora sogni e progetti da portare avanti.
Ciao Maria Grazia, cercheremo di farlo, per quanto ci sarà possibile, nel tuo nome.
Fai buon viaggio".

Nino Boeti
Presidente Anpi Provinciale di Torino