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"La scala della morte"

Domenica 4 maggio 2014, ore 11,00, Sala consiliare del Comune, largo Plebiscito, Montefiascone.

In occasione della XXI edizione di Primavera in Etruria, nel 69° anniversario della liberazione del Campo di Mauthausen.

All’interno della mostra Memorabilia 1944, organizzata dalla Sez. Anpi Delio Ricci presentazione del libro "LA SCALA DELLA MORTE. Mario Limentani da Venezia a Roma, Via Mauthausen", di Grazia Di Veroli (Cava de’ Tirreni, Marlin, 2014, pp. 120).

Ne discutono con l’autrice:

Elisa Guida, Università degli studi della Tuscia

Renato Trapè, Assessore alla cultura del Comune

“A Mauthausen, per seviziare i prigionieri, le SS avevano riesumato il supplizio di Sisifo, obbligandoli a salire più volte al giorno una scala di 186 gradini con un masso di granito sulle spalle. Molti stramazzavano sotto il peso, o si lanciavano per disperazione nel dirupo sottostante”

L’autrice racconta la storia di Mario Limentani, deportato a Mauthausen: una pagina di storia personale che s’interessa nella Storia con la S maiuscola. La vicenda di Limentani risulta alquanto anomala, giacché egli viene rastrellato nelle vie di Roma nella seconda metà del dicembre 1943, mentre la Resistenza romana è attiva contro l’occupante tedesco. Portato in Questura, è riconosciuto come ebreo e da lì inizia il suo calvario. A differenza degli altri ebrei rastrellati dopo la razzia del 16 ottobre 1943, avrà come prima e unica destinazione il lager di Mauthausen e i suoi sottocampi, dove rimase prigioniero per circa un anno e mezzo. Il primo impatto di Limentani con Mauthausen furono le botte, perché ebreo, subito dopo, la babele delle lingue parlate nel campo, la fame ma, soprattutto, il ricordo indelebile della “scala della morte”: 186 gradini da percorrere giorno dopo giorno, ora dopo ora con un masso di granito sulle spalle.

Grazia Di Veroli (Roma, 1961). Laureata in pedagogia con una tesi sui campi di sterminio, ha conseguito il Master in didattica della Shoah e ha frequentato diversi corsi di specializzazione sulla storia della Deportazione nazista sia in Italia che all’estero. Inoltre ha collaborato con ricerche, scritti e interviste a mostre e convegni, nonché a film (Il servo ungherese di M. Piesco e G. Molteni) e documentari televisivi (Roma 1944. L’eccidio delle Ardeatine). È socia dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati).

INGRESSO LIBERO