La scomparsa di Giorgio Vecchiani
È morto giovedì 7 maggio Giorgio Vecchiani, 89 anni, storico presidente dell'Anpi di Pisa.
Antifascista, partigiano, terminate le scuole medie, Giorgio Vecchiani entra come avventizio archivista alla Prefettura di Pisa e, nello stesso periodo, conosce e frequenta alcuni studenti universitari e giovani antifascisti della sua città, anche attraverso i contatti stabiliti dal fratello maggiore Bruno. L’opposizione al regime si concretizza in questa fase in azioni di disturbo come la falsificazione di documenti per i ricercati, la diffusione di volantini, le scritte inneggianti alla pace dipinte sui muri, il sabotaggio degli orti di guerra intitolati ai gerarchi fascisti, con le targhe loro dedicate divelte e gettate in Arno. A giugno del 1944, col nome di battaglia “Il Lungo”, Giorgio entra nella Resistenza con la formazione “Nevidio Casarosa”, distaccamento della 23ª Brigata Garibaldi, di base sul Monte Faeta. Sotto il comando di Ilio Cecchini prende parte a numerose azioni contro pattuglie tedesche e militari repubblichini e a scontri a fuoco per impedire rappresaglie e razzie degli occupanti. Il 2 settembre ’44 Pisa è liberata.
Vecchiani si iscrive al PCI dove inizia a svolgere un’intensa attività a livello provinciale.
Assunto all’Ente comunale di assistenza di Pisa, dal ’45 al ’47 è distaccato con funzioni di segretario all’Alto Commissariato per le sanzioni contro il fascismo. Nel 1951 è nominato direttore di un campo profughi per i superstiti dell’alluvione del Polesine e l’anno dopo, iniziati i processi ai partigiani, è tra i promotori del Comitato di Solidarietà Democratica di cui diviene membro nazionale sotto la presidenza del Senatore Umberto Terracini. Nella sua città, sempre in rappresentanza del partito comunista, Vecchiani è successivamente consigliere provinciale (1963-’65), componente della giunta (1966-’74) e nel Consiglio di amministrazione degli Ospedali Riuniti di Santa Chiara e della USL12. Dal 1985 si dedica al reinserimento dei detenuti nella società e nel mondo del lavoro, prima come presidente dell’associazione di volontariato Pubblica Assistenza di Pisa, poi come fondatore e direttore della cooperativa sociale Don Bosco.
Nell’Anpi, Giorgio è eletto Presidente del comitato provinciale (’99) e, nel 2001, Consigliere Nazionale. Nel 2007 arriva la nomina a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. La sua testimonianza sulla Resistenza è raccolta nel volume "Io sono l’ultimo" (Einaudi, 2012) e nel film documentario "La Memoria degli Ultimi".
Venerdì 8 maggio, a partire dalle 14, la salma sarà esposta alla Pubblica Assistenza dove sabato 9 maggio alle 15,30 ci sarà il rito funebre in forma civile.
Il cordoglio del presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia
"Naturalmente, ogni partigiano che ci lascia, rappresenta per tutti noi un dolore, un pezzo della nostra Associazione e della nostra vita che non tornerà mai più. Ma la morte di Giorgio Vecchiani, mi lascia ancora più sgomento perché con lui ho condiviso anni di impegno politico e di amicizia, nel dopo guerra, a Pisa e in provincia. Sono anni che non si dimenticano ed amicizie che non muoiono, così come non viene mai meno quel dato unificante di essere stati, anche se non insieme, combattenti per la libertà, negli anni della Resistenza italiana.
L’ho ritrovato circa un anno fa, in occasione della manifestazione per la ricorrenza della liberazione di Pisa. Era già molto provato fisicamente, ma resisteva e manteneva il suo spirito indomito. Ma non potemmo fermarci a lungo, a ricordare gli anni di impegno comune, prima e dopo la liberazione, perché fu costretto a tornare a casa proprio a causa dei problemi fisici che lo affliggevano. Mi dispiacque di averlo visto così poco; ed ora rimpiango anche quelle ore perdute, perché Giorgio, che era stato un grande partigiano e un impegnato politico, era anche un uomo di profonde e civili qualità.
Adesso non lo vedrò più e mi mancherà molto; come mancherà a tanti, quel “toscanaccio” che al momento giusto sapeva anche essere affettuoso. Purtroppo, così, giorno dopo giorno, si affievoliscono perfino i ricordi e ci sentiamo più soli".