L'Istruttoria. Oratorio in un undici canti
L’Istruttoria. Oratorio in undici canti, di Peter Weiss.
Martedì 28 gennaio - ore 20,30
Conservatorio “G. Verdi” - piazza Bodoni, 6 - Torino
presentato dalla Compagnia della Parola onlus
progetto a cura di Luciano Cravino
interpretato da trenta tra attori professionisti, docenti e allievi della Scuola di Teatro Sergio Tofano diretta da Mario Brusa:
Carlo Arrigoni, Matteo Bizzotto, Gabriele Bocchio, Rosalba Bongiovanni, Chiara Bosco, Mario Brusa, Pasquale Buonarota, Elena Canone, Oliviero Corbetta, Mauro Corso, Carlo Alberto Cravino, Luciano Cravino, Andrea Daggiano, Lorenzo De Iacovo, Maurizio Fò, Luca Ghignone, Andrea Gualano, Vasile Leonetti, Matteo Macchia, Emanuele Marin, Riccardo Nazzaroli, Marco Panzanaro, Matteo Piccinini, Giovanni Pupino, Dimitri Riccio, Alberto Saturno, Donato Sbodio, Fulvio Trivero, Santo Versace, Davide Viano
Musiche Luigi Nono
Service audio Corsinotti Sound & Video
L’iniziativa è patrocinata da:
Comune di Torino, Provincia di Torino, A.N.E.D., Comunità Ebraica di Torino, Archidiocesi di Torino, Goethe-Institut Turin, ISTORETO, Coordinamento Torino Pride lgbt, ANFFAS Piemonte onlus, ANFFAS onlus Torino, F.I.S.H. Piemonte, Coordinamento Paratetraplegici del Piemonte, CPD - Consulta per le Persone in Difficoltà onlus, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti onlus, A.P.I.C.
L’appuntamento s’inquadra nel programma di iniziative per la Giornata della Memoria 2014 promosse da Comune di Torino, Provincia di Torino, Consiglio Regionale del Piemonte e dal Museo Diffuso della Resistenza
INGRESSO LIBERO
L’Istruttoria. Oratorio in undici canti, è opera che mai come oggi suona attuale, non solo per la sua forza drammaturgica, ma anche per la duplice capacità di svelare i meccanismi della Shoah e di indicare implicitamente, come in una premonizione, quelli da cui sarebbe scaturito l’odierno “negazionismo”.
Peter Weiss scrisse L’Istruttoria nel 1965, facendo uso esclusivo del materiale offerto dalle deposizioni di accusati e testimoni, pronunciate durante le sedute del processo ai responsabili di Auschwitz, che si svolse a Francoforte dal ’63 al ’65 e che si era appena concluso.
Weiss squarcia la cortina di nebbia delle reticenze, delle omertà e delle falsificazioni. Il suo obiettivo non è soltanto quello di mettere a nudo i protocolli e le tecniche della “disumanizzazione”, ma anche di smascherare le continuità e le responsabilità annidate nella società, in particolare negli ambienti del sistema economico, che, dopo aver tratto profitto a suo tempo da quei meccanismi, ha poi omesso di fare i conti con le proprie colpe.
Weiss lavorò a lungo sul modello strutturale della Divina Commedia. Pensata come attualizzazione dell’Inferno, L’Istruttoria si presenta infatti suddivisa in canti (nell’ultima stesura rimasti 11 dei 33 precedenti, sebbene 33 restino complessivamente le scene).
Nel dar conto delle procedure della macchina messa scientificamente in moto al servizio della “soluzione finale”, l’Autore ci conduce lungo i gironi danteschi della dissoluzione dell’Uomo, per porci di fronte agli scenari apocalittici del crimine e della violenza legalizzati: la pianificazione sistematica, l’organizzazione su scala industriale e l’attuazione definitiva dello sterminio della popolazione ebraica in Europa, nonché delle altre categorie etniche, sociali e culturali perseguitate, insieme agli oppositori politici, dal regime nazifascista.
Le musiche di scena, raccolte nell’opera dal titolo Ricordati cosa ti hanno fatto in Auschwitz, furono composte da Luigi Nono su incarico dell’amico Erwin Piscator e registrate su nastro magnetico presso il Centro di Fonologia della Rai con il coro di voci bianche del Piccolo Teatro di Milano. Piscator, il grande maestro del teatro politico, allora soprintendente della Volksbühne di Berlino, mise in scena la prima dell’opera di Weiss nell’autunno del 1965, che venne rappresentata nel suo teatro e, in contemporanea, in 14 teatri tedeschi. Erano trascorsi nove anni dalla morte di Brecht.
Peter Weiss nacque nel 1916 a Nowawes (Babelsberg), nei pressi di Berlino, e ha trascorso la gioventù a Brema e Berlino. Di padre ebreo, dopo il 1934 ha seguito la famiglia nell’emigrazione, prima in Inghilterra e a Praga, poi, dopo un breve soggiorno in Svizzera, a Stoccolma, dove morì nel 1982.
Già noto per alcuni collages e film d’avanguardia, ha esordito come scrittore nel 1960 con il “microromanzo” Der Schatten des Körpers des Kutschers (L’ombra del corpo del cocchiere), cui seguirono due volumi a sfondo autobiografico, Abschied von den Eltern (Congedo dai genitori, 1961) e Fluchpunkt (Punto di fuga, 1962); e Das Gespräch der drei Gehenden (La conversazione dei tre viandanti, 1963).
Nel 1964 è uscita la sua prima opera teatrale, Die Verfolgung und Ermordung Jean-Paul Marats, dargestellt durch die Schauspielgruppe des Hospizes zu Charenton unter Anleitung des Herrn de Sade, cioè La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentati dai filodrammatici dell’ospizio di Charenton sotto fa guida del Signore de Sade, un’allegoria del conflitto tra il radicalismo e il nichilismo come due momenti tipici del mondo moderno, che ha procurato a Weiss la grande notorietà internazionale. Del 1965 è Die Ermittlung. Oratorium in 11 Gesängen (L’istruttoria. Oratorio in undici canti).
Fra le sue opere teatrali vanno ancora ricordate Nacht mit Gästen (Notte con ospiti, 1968), Gesang vom lusitanischen Popanz (Cantata del fantoccio lusitano, 1968), Diskurs über Vietnam (Discorso sul Vietnam, 1968), Trotzki im Exil (Trotskij in esilio, 1972) e Hölderlin (1973).